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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

mercoledì 1 febbraio 2012

aspettando natale


Il mio, che mi sembra appena appena normale fare un bilancino dato che il 18 farò cifra tonda e che si sente che il vento sta cambiando, anzi è cambiato.
E' come se in questi anni il mio asse si fosse spostato e adesso mi trovassi in una posizione diversa e mi stia comodamente adattando.
Una persona inserita nel mondo potrebbe usare l'espressione "le esperienze vissute in questi anni, ecc", ma nel mio caso sono i libri che subito dimentico a lasciare impronte che poi si rischiarano in nuove visioni precedute da lampi in cui trovo la sintesi perfetta dello stato attuale, quello che resta più a lungo sottostante agli altri più momentanei e fugaci.
L'ultimo ieri pomeriggio all'improvviso leggendo Anaïs Nin nel corso di una ricerca che poi si è fermata quando sono incappata nel lampo che adesso sto cercando di dire, senza arrivare a conclusione.
Insomma cercavo una cosa e senza saperlo stavo invece mettendo a fuoco tutt'altro pensiero.
Detto in sintesi è banale, l'interessante è che raramente capita che qualcosa che "capisci" con la mente risuoni nella pancia risalendo fino al cuore e, come una dialisi, lo senti che entra e stantuffa il sangue nuovo e in un attimo ti senti come rinata.
Vedi le bolle d'aria che si spostano a volte si inceppano, ma poi il flusso ricomincia a scorrere e il sangue cambia colore.


Fluid Sculpture from Charlie Bucket on Vimeo.

Era spinta da una febbre di confessione a sollevare un lembo del velo, 
ma si spaventava appena qualcuno ascoltava con troppa attenzione. 
Più volte prese una spugna gigante e cancellò tutto quel che aveva detto 
con una smentita assoluta, come se questa confusione fosse di per sé un manto protettivo. 
Dapprima adescava e trascinava l'altro nel suo mondo con la lusinga; 
poi offuscava i passaggi, confondeva tutte le immagini, 
come per eludere ogni ricerca.
Una spia nella casa dell'amore, Anaïs Nin

Un genere di "scoperte" che ti evitano anche la fatica di ripensare o resettare il sistema perchè arrivano che è già tutto incasellato al suo posto, come se fossi tu l'ultima a sapere quella cosa che tutta te sapeva benissimo, e allora pensi che l'irrequietezza sia solo l'evidenza che era nascosta dato che poi una volta svelata è sparita di colpo lasciando addosso la piacevolezza di uno scialle sulle spalle quando esco sul terrazzo a fumare.
Era lì davanti al naso quella cosa che era bene sapere eppure forse guardando più lontano appariva solo sfocata agitazione ammantata di insoddisfazione e smania inconsolabile.
In un attimo ho capito che ero in altre vesti, anzi le avevo finalmente trovate le nuove vesti da indossare nel pormi nel mondo seppure virtuale o immaginario e soprattutto solitario.
Henry, June e Anaïs e tutte le altre storie, anche le mie in cui c'è sempre stata "l'altra".
La mia gelosia a prescindere se fosse più o meno giovane di me, ma comunque il fatto che io lo ero o mi sentivo giovane, la più inesperta, la meno capace di vivere quel racconto o quella relazione in veste matura e duratura, di fare da spina dorsale ai sentimenti profondi, invece di farmi sballottare dalle ire momentanee per fatti irrilevanti, transitori, contingenti.
Beh, pur avendo sempre considerato le relazioni a prescindere dall'età anagrafica, all'improvviso in quelle pagine ho preso una posizione, scelto un campo, mi sono ritrovata immedesimata in quella delle due più anziana dell'altra e mi è venuta addosso una vagonata di calma consapevolezza che poco o niente avrebbe potuto sfiorare o turbare quella saggia e comoda condizione.
Ho già nel mio bagaglio delle storie amorose con cui ritenermi appagata e da proseguire, potrebbero arrivarne altre, ma l'entità che mi rappresenta adesso è quella della vecchietta seduta in  poltrona che ascolta e osserva gli "sbattimenti" degli altri immaginandone i prevedibili sviluppi.
E' stato questo il lampo geniale.


4 commenti:

  1. in questo caso è giusto dire che le onorificenze sono una conseguenza imprevista e anche fuori luogo che accettare starebbe a dire che si è gettata la spugna, cosa che credo difficilmente riuscirò mai a fare nella vita che, secondo me, fin che c'è merita comunque un livello partecipativo adeguato all'età che ci si sente addosso a seconda dei momenti indipendentemente dall'età. ecc ecc

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  2. Risposte
    1. in effetti, mancando gli orgasmi, si fanno i conti con quello:)

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