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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 23 febbraio 2012

sul post di Pier


sia quando avevo notato la notizia e sia adesso a me è venuto di ripensare che al di là di tutto se hai un nome e lo usi o lo stampi tutto ciò che fai diventa oro colato, se preferisci la forma anonima o sei un semplice qualunque e, semplicemente dici, resti un nessuno che nessuno prenderà mai in considerazione.
stamattina negli aforismi del giorno c'era: 
"La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno, mi sembra la soluzione più sensata". 
e siccome lo ha detto Charles Bukowski, magari uno/a lo legge anche e ci pensa sù.
poi ho letto un articolo sulla poesia di anna maria carpi che ne elogia e ne canta i temi, che sono identici ai miei, ma io non sono nè poeta nè  Bukowski nè tanto meno morta.
perchè allora forse per qualcuno si diventa qualcuno.
questo mi ha fatto pensare quell'esperimento destinato a dimostrare la banale evidenza e cioè che  la soglia di attenzione sia sempre più bassa e distratta e che solo ciò che viene veicolato dai media faccia tendenza.
il fatto che mi piaccia pensare che esistano delle eccezioni è di per se una stravagante illusione.

Note: 
il post è il commento a quello di PIER
approfitto per ringraziare SIMURGH che mi ha portato a miccia corta con il suo di ieri



19 commenti:

  1. bukowsky credo che a volerla proprio esagerare e a voler essere irriverenti nei confronti di Miller, sia... il Miller degli sfigati. detto questo, per il resto, e' evidente come l'ipnosi collettiva sia in opera da millenni. l'ha detto il prete, l'ha detto einstein, l'ha detto focus e giu' a scendere fino a l'ha detto maurizio costanzo. :) a proposito, ma e' ancora vivo maurizio costanzo?

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  2. miller quale dei due?
    bukowski dissento anche se mi piaceva di più quando ero giovane e dannata (nel senso che adesso ho perso la gioventù e raddoppiato la dannazione)
    sì il tema è noto, ma cambiano i tempi e trovo che sia bene ridefinire i concetti e poi PIER non si tocca!
    costanzo? frega un cazzo!

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    1. ah si frega un cazzo? eppure nessuno ti sente perche' non sei poeta ne' bukowski e nemmeno morta... :) se tanto mi da tanto....

      Miller, quello genio. ovviamente. indovina tu quale.

      Buk... ebbe'... il fatto che si dissenta sul giudizio a suo carico non lo migliora di una virgola... :)

      in quanto a Pier, non so nemmeno chi sia... figuriamoci se lo tocco! ma adesso o piu' tardi vedrai che mi informo.. :)

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    2. ci rapportiamo, nostro malgrado, ai caricati a molla da tromboni mediatici assunti a santoni. aspettiamoci una ondata di constanzite nelle persone quando quello si decidera' a morire, dunque, dato che, come fai notare, la morte fa da cassa di risonanza al nulla di taluni mediatici personaggi.

      ESATTO, lui!!!! :)

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    3. a guarda ormai mi sa che parlerò più solo con morti e mica perchè mi diano ragione tacendo quanto perchè tra i vivi quando credevo di aver trovato qualcuno, poi era solo uno zombi.

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    4. mi sa che anche Romero ha fatto un ragionamento simile al tuo :))))

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    5. vado a cercare romero, sperando non sia un refuso:)

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    6. uff mi hai di nuovo tratta in tranello:(
      devi scandire meglio, sono vecchia e lenta di comprendonio! ^__^

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  3. premesso che faccio una generalizzazione e che quindi esistono eccezioni, io credo che dietro ogni "persona di successo" ci sia un misto di talento e di marketing. la costruzione del personaggio è fondamentale. potremmo chiamarlo marchio (brand), come fa la signorina Hilton, che non è altro che una cacchetta che si è costruita la fama appunto con il marketing. lei è un caso estremo, però, se ci pensi, al mondo è tutta una questione di sapersi vendere, e, in molti casi, di sapersi porre. prendi me: con l'adeguata sfacciataggine, da almeno un ventennio avrei potuto sfruttare i miei talenti letterari e fotografici, che non sono certo eccelsi, ma nemmeno infami, ovvero sono nella media di altri che, grazie al marketing si se stessi, ora sono, se non famosi, almeno conosciuti e professionisti. tutto questo non per dire che rimpiango la fama, naturalmente.

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    1. molto meglio investire vent'anni per ripetersi di non valere una cippa?

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    2. tutto il resto va bene (e lo sai che la penso così!:)

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  4. Una nota blogger in una mattina di febbraio si mette a scrivere un post, nella stazione della metropolitana.
    Insomma come disse il buon Woody: io sono l'uomo più famoso del mondo! è che nessuno se n'è ancora accorto.

    Per il resto, e mi passa in testa ora, pensando a quanto l'articolo in questione dia risalto agli aspetti monetari della questione .. mi sembra una bella marchetta per farsi un pò di pubblicità e raccattare pubblico per i concerti.

    Poi mi è passato in testa un pensiero sul fatto che se sei ... chessò Bukowski dici una cosa e zak ... è oro colato. Ma c'è anche da dire che per arrivare ad essere Bukowski ci si è impegnato, la società gli ha riconosciuto una serie di valori etc etc ...

    Poi metti che sei ... chessò Giovanardi, e dici che vedere il bacio di due donne ti fa schifo ...

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    1. sì fino agli a '70 si poteva pensare che chi ha avuto successo lo abbia ottenuto per meriti, adesso meno di allora.
      resta però che qualche genialata capita a tutti di dirla o pensarla e viceversa anche i geni spesso avranno detto cazzate!
      magari sbaglio, ma io penso che sia giusto dare merito a chi ha merito a prescindere e soprattutto a se stessi!
      (credo che la pensi come ma giovanardi che onestamente trovo affetto da eccesso di stima, ma del resto, il discorso che hai fatto per bukowski vale anche per lui. se è lì qualcuno ce lo ha messo:( se parla è perchè qualcuno glielo consente)

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  5. Insomma, il fatto non è solo di esssere qualcuno e dire delle cose, ma è il riconoscimento e la condivisione che le cose che hai detto trovano nelle persone.

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    1. sì infatti spesso mi rallegro di avere scarso successo.
      troppo consenso mi farebbe sospettare di essermi omologata.

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  6. e poi ... l'importante è poterle dire liberamente le cose ... e spesso, e ultimamnete non è così scontato .. ora vado a prendermi il caffè và...

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