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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 11 maggio 2012

I Pappi dei Pioppi

C'è una settimana dell'anno che quando vado e vengo, da e per Genova, il confine tra la campagna e la città è segnato da una cortina di fiocchi tali e quali quelli della neve che, spinti dal vento, mulinano nell'aria e si fermano appresso ai bordi dei marciapiedi o di qualunque dosso e duna formando alti cumuli di soffice ovatta che quando cala il vento si deposita come fosse una coltre tanto che gli alberi appaiono come fosse appena nevicato e tra il biancore spuntassero le gemme e le nuove foglie tipiche invece della primavera.

ingiustamente accusati di portare allergia, i pappi dei pioppi sono del tutto innocui, tranne che per il fatto che entrano ovunque, narici, borse, capelli, vestiti ma a me piacciono molto.
l'unico difetto, ma è trascurabile, è che sono facilmente infiammabili e resistenti al fuoco, ma a parte questo dettaglio personalmente sono grata ai pioppi per via di questo spettacolo a cavallo tra primavera ed estate a cui assisto sempre volentieri e che mi rilassa, mi rappacifica con le cose.


dopo due giorni in città a occuparmi di burocrazia e riflettere a quanto le persone, per la soluzione degli eventi naturali o professionali, si siano discostate dalle soluzioni che la natura mette in campo come rimedio delle proprie storture (e anche a quelle che producono gli esseri umani), quel diaframma che casualmente si trova tra la civiltà urbana e quella contadina ha esaltato le differenze enormi che esistono tra i due ambienti.
dopo oltre sei anni dal mio trasferimento ho capito in cosa consiste la sensazione di disagio che avverto quando torno in città e perchè fatico così tanto a lasciare Meco.
è tutto molto diverso qui in questo piccolo paese di 53 persone, anche se i problemi sono uguali e comuni al resto della gente che vive altrove, i discorsi, i ritmi, gli stati d'animo son totalmente diversi.
credo che la frase che sintetizza questa differenza è che "qui ci si salva o ci si sente salvati".
a meno di starci forzatamente o come ripiego, se si tratta di viverci dentro per scelta, alla fine, con gli anni, si cambia dentro e te ne accorgi senza accorgertene, solo perchè, magari, sei scesa in quella settimana che i pioppi hanno i pappi.

6 commenti:

  1. io questa cosa la sospettavo e la intravedevo in altri paesi, tra altre barriere di pappi di pioppi, ma poi un giorno ho incontrato una signora in corriera, che mi ha raccontato un sacco di storie del suo passato e mi ha fatto capire molte cose. :)

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    1. beh, io ci pensavo ieri sera a sta cosa della campagna vs città, ma tornando e leggendo il tuo post e quello di Guchi, mi è venuto spontaneo dare un tocco di magica illusione che anche se so che è poca roba, mi sembra comunque meglio di aggiungere considerazioni che tanto siamo già concordi in partenza.
      comunque il tuo post all'albicocca l'ho trovato "molto buono", slap;)

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  2. i pioppi pappinano anche qui, ne ho sniffato parecchi in questi giorni. dev'essere per quello che ho questa vaga sensazione allucinogena.

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    1. se voglio entrare nelle T-shirt estive, forse è il caso che mi dia una regolata in effetti.

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    2. sì meglio i pappi allucinogeni;)

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