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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 25 novembre 2012

alea criminale

Confinante ad Argia* v'è una città temuta ed evitata dai più, ma assai fertile. 
Alea sforna ogni giorno torme di delinquenti che svezza subito fuori le sue mura, troppo ristrette per contenere una popolazione così numerosa e assetata di manifestare la sua innata propensione ai crimini di qualsivoglia fattezza.
Città carica di umori e di odori acri come il sangue raggrumato che pure invisibilmente la ricopre.
Intreccio inestricabile di vie, viuzze e vicoli come fossero reticolati di vene e di arterie in cui scorrono rivoli di cattivi sentimenti fino a impregnarne l'atmosfera già resa pesantissima dai sacrifici di chi, per dispetto del peggio, ha visto la luce in quella sorta di buco nero ma è inadeguato a rappresentarne la crudeltà e la missione.
Meta di viaggi di studio e pellegrinaggio delle anime dannate e raminghe anch'esse nate per sbaglio ma altrove, che vengono ad Alea per trovare alleati e consolazione, per armarsi e ideare nuove storture attraverso cui dilagare cospargendo semi malati di potere e sopraffazione su quel poco che resta.
A scandire i secondi un battito forte come un susseguirsi di boati che squarciano le pareti invisibili facendo sgorgare dalle crepe le urla e i gemiti dei dannati che hanno fallito e chiedono una seconda occasione per avvelenare e distorcere ogni cosa.
Ogni battito un conio. Falsa moneta, ma ottima per allettare e corrompere sia chi è facile ai compromessi e sia chi si fregia di integerrimo (o integerrima, è uguale).
Alea genitr"igna", per parte di madre e di padre, di tare senza alcun peso ma nettamente sudicie e abominevoli oltre ogni misura.
Intorno le dighe dalle cui paratie, di tanto in tanto è fatto fluire l'esubero di schiuma prodotto dalla decomposizione di quanto è scaduto, come da bocche che sputino, così che la tempesta dilaghi tanto da deviare ogni buona intenzione e illusione di futuro che fuori da Alea lotta per aggregarsi e annientarla prima che dai suoi crateri venga esploso il verdetto finale: distruzione totale.



il testo è qui CLICK (la traduzione è introvabile, ma direi che il senso si intende)


*Ciò che fa Argia diversa dalle altre città è che invece d'aria ha terra. 
Le vie sono completamente interrate, le stanze sono piene d'argilla fino al soffitto, sulle scale si posa un'altra scala in negativo, sopra i tetti delle case gravano strati di terreno roccioso come cieli con le nuvole. 
Se gli abitanti possono girare per la città allargando i cunicoli dei vermi e le fessure in cui s'insinuano le radici, non lo sappiamo: l'umidità sfascia i corpi e lascia loro poche forze; conviene che restino fermi e distesi, tanto è buio. 
Di Argia, da qua sopra, non si vede nulla; c'è chi dice: “E’ là sotto” e non resta che crederci; i luoghi sono deserti. 
Di notte, accostando l'orecchio al suolo, alle volte si sente una porta che sbatte. 

il corsivo è tratto da Le città invisibili, a cui ho dedicato questa sezione, e che compiono in questo anno i loro quaranta.
Calvino invece nel 2013 festeggia i 90 anni, e ho detto festeggia perchè? perchè sì.


2 commenti:

  1. Ieri avevo finito di scrivere questo commento, ho cliccato su "pubblica" e ...puff! Sparito tutto! Vabbè, ci riprovo.

    "Mamma mia, ma ti piace veramente questa musica?! The Quantum Simphony di prima mattina troppo duri!
    Comunque...ogni riferimento è puramente casuale Teti? Credo di aver capito il senso di questo post, credo, forse, o almeno io lo associo al periodo e alla politica in genere, ma potrebbe essere che anche no!
    A proposito di Calvino, due anni fa l'Istituto d'Arte di Rieti ha organizzato uno spettacolo teatrale tratto proprio da "Le città invisibili". Gli studenti hanno creato i costumi, la scenografia e ballato e recitato raccontando di: Dorotea, Tamara, Zora, Fedora, Bauci e Smeraldina.
    Devo leggere questo libro.
    Vado. Notte.
    Paola

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    1. avevo notato strani fenomeni intorno a questo post, credo sia successo anche a qualcun altro, purtroppo, ma ora vedo che ha ripreso a funzionare.
      beh, sì è ovviamente riferito al periodo, alla giornata dedicata alla violenza sulle donne, ma soprattutto è un pensiero sulla follia collettiva, le sue origini e la sua non guaribilità dato che attraversa ogni tempo dacché l'uomo (e le donne, fa uguale) è sulla terra.
      lo trovi anche sul web, ma presumo tu lo abbia per via dello spettacolo.
      è un libro da tenere a mezzo per casa e da aprire ogni tanto, a caso o cercando tra le città quella adatta al momento.
      la canzone doveva essere repellente come del resto ha tentato di essere il testo.
      a volte mi piace ascoltare brani di quel genere, purtroppo è un po' che non sento il consulente esperto del genere e ultimamente capita meno spesso.
      anche se musica da "funerale" se ne sente ogni giorno nei tg e nei talk show:(

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