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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 23 novembre 2012

bravo, bravissimo

se in un periodo in cui vorresti (leggere), ma niente ti attira e cattura succede che casualmente in corriera qualcuno consegni un libro a un'altra persona tutta felice di poterlo finalmente avere e ti impicci, incuriosita, lo prendi in mano, lo apri e ti dici: "apperò, niente male", poi vai all'indice che sembra la sintesi perfetta dei tuoi pensieri, ne vuoi sapere di più.
purtroppo se rivelassi quello che so di Michele Branchi forse tradirei la sua intenzione di restare sconosciuto benchè posso dire che al contrario pubblicizza con chi incontra i suoi libri sebbene sul web sia invisibile.
so come e dove trovarlo, gli chiederò se posso dire di lui perchè leggerlo sapendo della sua vita, rende la cosa ancora più appassionante.
quello che posso aggiungere è quello che c'è nella quarta di copertina, in sintesi: è un genovese di mezza età, laureato in lettere con una tesi su Dostoevskij, con trascorsi da attore e autore teatrale e scrive gialli/noir.

Il sangue dell'anima son più di trecento pagine e mi spiace ma anche di questo devo tacere perchè la sua costruzione del testo è fatta in modo che se ne rivelassi anche solo gli interpreti o parte delle vicende chi poi volesse leggerlo ne verrebbe sicuramente condizionato.
che mi sia piaciuto e molto mi sembra chiarito, e c'è in particolare una cosa, su cui ha mantenuto la promessa della prefazione, che ho assai gradito e riguarda l'istinto assassino dei luoghi e del tempo.
come a dire che vi sia, negli eventi che costellano lo scorrere del tempo, qualcosa che rende inevitabile il crimine come, appunto, manifestazione e conseguenza di altri fatti che hanno abitato quei luoghi.

"Il tempo infatti, è alla fine il vero e il solo luogo che raggruma persone, cose, spazi, delitti e cadaveri che nulla paiono avere in comune, distanti fra di loro da qualsiasi possibile correlazione. Il tempo ha la funzione junghiana di elemento connettivo, creativo, fra la psiche e l'oggettività dell'esistenza. Funge da collante e da artefice di valori e significati, che altrimenti cederebbero all'insorgere dell'irrazionalismo, col retaggio ancestrale del pensiero magico, dell'occultismo, delle proiezioni fantastiche e visionarie dell'inconscio collettivo." (pagg. 8 e 9)

coincidenze e casualità per i più, oppure, a prima vista, fatti del tutto slegati e distanti, che invece dovevano succedersi perchè già programmati.
ovviamente mi guardo bene dal consigliarlo proprio perchè arrivato in un momento particolare, quindi gradito per oscure ragioni, anche se vorrei "passarlo" a una persona che secondo me ne apprezzerebbe moltissimo le ambientazioni e i riferimenti alla città che l'accomuna all'autore.


6 commenti:

  1. prendo nota e mi pare pure di averlo in libreria... domani ci dò un'occhiata :)))

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    1. penso ci sia, oggi l'ho visto nelle novità da feltrinelli e mi ha stupito perchè l'ho scoperto in modo assolutamente casuale e pensavo fosse sconosciuto, invece mi sa che sia noto soprattutto a chi piace il genere.
      fammi sapere la tua impressione che ci tengo:)

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    2. ci credi... non ce l'ho... o me lo sono confuso o l'ho finito domani controllo meglio... ultimamente mi spariscono un sacco di libri...sigh

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    3. capita di confondersi:)
      credo che anche gli altri tre della serie siamo con la copertina simile, ma il computer dovrebbe saperlo, no?

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  2. Lo prenderò oggi stesso!
    Carmen

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    1. ommamma che responsabilità che mi dai:)
      io ne ho preso un'altro (la donna del seicento, sempre della serie del commissario capurro) e prima o poi andrò a conoscerlo perchè so che ha nell'armadio di dove lavora i suoi libri che potrei acquistare con uno sconto:) e poi vorrei chiedergli se usa il pc, perchè secondo me la prima stesura la fa a manoscritto, ci leggo uno stile che gli autori ormai hanno perso, quel modo di scrivere seguendo "fili" invece di appagare nell'immediato le curiosità dei distratti lettori.
      è certamente una lettura adatta per un viaggio in treno, scorrevole e avvincente.
      questo posso garantirlo, il resto forse lo vedo solo io, ma trovare in questo momento un libro che mi tenga avvinghiata fino alla fine senza interruzioni e farmi tornare la voglia di leggere è molto o quanto meno abbastanza per rendergli merito. baci e abbracci:)

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