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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 1 dicembre 2012

iperbolica_mente

Emanuele Giannelli
a spiegarlo per lungo e per largo ci vogliono un sacco di tempo e di parole, il ragionamento lo faccio a iperbole anche perché è ancora solo un abbozzo.
di fatto dopo quasi un anno a pensare che razza di cambiamento fosse quello preso a pretesto dai maya, alla fine qualcosa deve pur succedere o esser successo se dal sospetto è scaturita la certezza che quel che sembrava è in realtà capovolto.
siamo sprofondati a nostra insaputa nel paventato baratro.
eppure siamo sempre qui, acciaccati, malridotti, isolati, orfani, ma ci siamo, come prima, ma diversi, chi più e chi meno.
questi reduci sono stati aiutati a salvarsi?
no.
in verità se ne stanno in silenzio e nascosti perché se venissero identificati verrebbero ancora e ancora additati e osteggiati, per non dire di peggio.
è successo un po' quello che accade quando si discute con qualcuno che si mostra indifferente.
dopo un po' si girano i tacchi e ci si sposta altrove.
osservando le politiche nazionali e globali si arriva a pensare di tutto di più tranne che siano adeguate a governare gli stati o il pianeta.
a proposito delle elezioni e del consenso o meno, mi viene in mente quel che si dice alle donne che han paura a denunciare i loro mariti o compagni violenti e a quel che rispondono e mi sembra sia molto simile al rapporto tra elettori e candidati.
ci dicono che ci amano e che cambieranno e noi ci crediamo.
si può fare a meno di questa politica?
beh, sì.
di fatto manca già, è finita o comunque ingiusta e inutile tanto che c'è da chiedersi come sia possibile trovare qualcosa che funzioni, anche solo che il panettiere riesca a infornare del pane o che il barista sia capace di servire un caffè.
infatti, a seguire l'esempio di chi dovrebbe rappresentare un modello e una guida, c'è da perdere il senno ed è un attimo scambiare un ingrediente o sbagliare una manovra.
invece, in qualche modo, separatamente, sempre più sideralmente lontane da quei vertici, le persone si riorganizzano, ognuna secondo le proprie capacità e possibilità.
a pensarci sù, si può dire che è "anche" un'occasione benché possa sembrare un paradosso.
eppure di fatto è qualcosa che sta più vicino alla pratica di un'anarchia di quanto lo sia la teoria che ha cercato di spiegare "modernamente" e strumentalmente il significato di quella nobile e antica utopia.

per chi la vuol sentire ho trovato la versione dell'inno di cui de andrè canta il ritornello qui nella colonna a destra del post, ma la canta un altro però è intera e si intitola "la bella che guarda il mare" lalala, lalala, lalala CLICK

Countdown del Drago CLICK

4 commenti:

  1. urka!!! tetris con una riflessione così profonda prima di commentare a caso e tanto per fare, devo pensare a dove trovare una risposta adeguata, colta, corta e cheppiù?
    ah si, anche visivamente idonea ...
    stay tuned

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    1. eh Pier che vuoi, c'è chi ha l'ascensore, chi le scale, ma siamo tutti appesi a dei fili:)
      ps. essì ho appena portato giù tutti i libri e adesso dovrei riportarli sù?

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    2. portati giù!!??? li avrai cacciati dalla finestra :P

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    3. mi sto facendo i muscoli per arrivare a pensare di trasportare quei cosi per il capanno che son svenuta per la stanchezza solo a vederli:(
      spero di farcela per la prossima bella stagione (ammesso che ci sia una prossima buona stagione).
      per ora i progressi sono irrisori, ma CLICK

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