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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 7 aprile 2013

tre casi

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Islanda e Svezia sono i paesi di origine degli autori della terna di libri che ho scelto per curiosare nella letteratura nordica.
essendo appassionata di gialli avevo adocchiato un paio di copertine particolarmente evocative degli scenari che avevo immaginato facessero da sfondo ai romanzi, ma la sorpresa è stata, invece, quella che le vicende prendessero spunto e si svolgessero durante la stagione calda che nemmeno sapevo essere così afosa a quelle latitudini.




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e così niente descrizioni di aurore boreali, né accenni alle giornate senza notte né giorno o a qualcosa che caratterizzasse l'ambiente, magari influendo sulle dinamiche 'criminali', oppure mettendo in evidenza qualche differenza rispetto alle pratiche investigative a me già note e abituali.
a consolazione il fatto che la scelta si sia rivelata felice in quanto a intreccio e diversità di stile narrativo.





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la caratteristica comune, come ho già scritto è la casualità che ha fatto sì che in tutti e tre gli investigatori lottino prevalentemente con il caldo, le vittime abbiano tutte a che fare con delle barche, e tutti quanti mangino roba che fa rivoltare lo stomaco solo a leggere la descrizione degli ingredienti e il loro abbinamento.

andando con ordine: Un caso archiviato lo consiglierei a chi intende approfondire il tema del suicidio in tutte le sue varianti perché si parla in buona sostanza solo di quello, senza però che la cosa appaia greve, anzi sembra quasi essere una filosofia di vita, come se quella opzione fosse la più naturale e comune.
aspetto prevedibile, per via di quel che si dice e si sa sul quel fenomeno rapportato ai paesi scandinavi.
Era tutta un'altra storia è quello che mi è piaciuto di più.
per l'originalità della vicenda, le sue implicazioni psicologiche, il ritmo, la scrittura, ecc e se non fosse perché anche questo ha un'aura leggermente 'freddina' avrei potuto dargli il massimo punteggio della mia personalissima classifica.
novello Agatha Christie, al maschile, per la complessità, l'intrigo e una soluzione per niente banale della vicenda.
L'esecutore è della coppia che ha scritto L'ipnotista, ma potevo io preferire un best seller al secondo dato che si sa che di norma è proprio sul seguito che i più cadono?
e invece sono rimasti in piedi, anche se pare fin troppo semplice la soluzione di dividere il libro alternando i capitoli che narrano gli eventi a quelli dell'indagine che si svolge parallelamente allo scopo di accertarli.
nel complesso tutto bene, eppure mi 'puzza' un po' di 'mestiere'.
resterebbe da verificare l'attendibilità dei fatti che si riferiscono al traffico di armi su cui regge la storia perché le citazioni sono tante ma è una verifica che ho poca voglia di fare per via del fatto che (a mio avviso) traspare l'intenzione di attrarre i lettori a prescindere da ambizioni di gloria imperitura.
basti pensare che a pag. 489, nel riferire di un trafficante spregiudicato di armi, a cui per altro hanno affibbiato origini italiane :( a rincarare la dose, si fa accenno a un incontro con il nano :(
(sì, proprio lui, quello lì, quello solito che ci affligge da un ventennio)
nel libro però i cattivi muoiono tutti:)

6 commenti:

  1. Brava Teti, li leggerò senz'altro

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    1. ammesso che tu dica sul serio te li recapito in una prossima visita nella city

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    2. Ultimamente l'unica cosa che leggo è il bugiardino dell'aspirina, e in un paio di gg.
      -.-
      piuttosto ho finito il bugiardino di Capurro, quindi ci berremo un caffè parlando di sciabole.
      Ti porto il gatto, (il libro di Soseki dico)
      mica LaGatta imbalsamata. Anche se credo apprezzeresti :P

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    3. si può fare, io me li porto, poi vedi tu.
      il 20 a fine mattinata sono nello stesso posto in cui capurro passò di mano all'inizio.
      probabilmente anche prima, ma dipende dalla pioggia, quindi è cosa che si può sapere solo un giorno per l'altro, mentre il 20 è tassativo e forse potrebbe anche aver finalmente smesso di fare come se fosse autunno.

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