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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

mercoledì 31 luglio 2013

addicted (pag.417)

che tradotto vuol dire sia assuefatto, sia dedicato o maniaco.
lo scrive lui stesso più volte: "Adesso so di avere la stessa ossessione del capitano Achab. E' la coca, la mia Balena Bianca. Anch'essa è inafferrabile e anch'essa solca tutti gli oceani" (pag.340).
difficile parlare del libro.
la mia esperienza è stata quella vincere la difficoltà iniziale di concepire che quanto stessi leggendo fosse del tutto vero.
la scrittura sembrava propendere per il racconto romanzesco, ma in poche pagine ho capito che era una sua scelta narrativa.
di Saviano è il primo libro che leggo e Gomorra so per semi certo che difficilmente lo leggerò.
sono tra coloro a cui monta il nervoso quando ne sente parlare, anche se per motivi diversi da quelli che stanno condizionando la vita del suo autore e riguardano essenzialmente il fatto che se n'è parlato troppo, prima, dopo, durante, insomma ero diffidente e adesso credo che mi annoierebbe, ma questo mi ha subito incuriosito.
come faccio a dire che mi sia piaciuto?
come fa a piacere quello che è contenuto?
posso scinderlo dallo stile e dire che l'ho gradito per la qualità, il ritmo, l'impostazione soffocante e incalzante, ansiogena, perfettamente aderente all'argomento, all'angoscia per i fatti riportati, allo sgomento che procura leggere così tanti esempi e sapere che comunque sono una piccola, infinitesima parte del tutto di cui nessuno conosce la reale entità, a meno di ammettere che ogni azione e individuo presenti sul pianeta facciano parte direttamente o indirettamente dei traffici che orbitano intorno agli stupefacenti.
una cronaca di circa quarant'anni, in cui nessuno tra quelli che scelgono di leggere ZeroZeroZero possono o potranno ignorare la perfetta narrazione di come, attraverso lo spaccio, siano cambiate e prolificate le mafie di tutto il mondo rendendo sempre più potenti anche quelle minori, persino a contaminare i neri africani, prima usati solo come 'mezzi' di trasporto e adesso anche loro protagonisti del narcotraffico.
resta solo più da scoprire la mafia esquimese e poi le etnie ci sono tutte.
dalla sua ottica (ma ce n'è una alternativa?) gli effetti globali che hanno drogato la mente e le azioni, l'economia e gli stati, hanno nulla a che fare con gli effetti patiti dai consumatori finali, pur tuttavia sono affini in quanto a capacità di produrre mutazioni capaci di sfuggire al controllo o servire sempre ai soliti noti, sfuggono all'attenzione per interessi ma anche (o soprattutto) perché il fenomeno pervade ben oltre i limiti immaginabili, praticamente coinvolge tutti, quasi sicuramente uno su tre.
ora il problema sarà uscirne, dal libro, oppure finire come l'autore che, a suo dire, ormai osserva il mondo e le cose unicamente attraverso uno scanner che individua particelle di polvere bianca in ogni dove.

2 commenti:

  1. è uno di quei libri che credo non leggerò mai. argomento interessante però troppa bile in movimento. devo ancora digerire l'incazzo de In nome di Dio di Yallop

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    1. infatti ho impiegato un paio di mesi a decidermi di aprirlo, l'afa ha aiutato a evitare di farne una malattia

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