“Diciamo per semplificare, Rieux, che io soffrivo della peste molto prima di conoscere questa città e questa malattia. Basti dire che io sono come tutti quanti; ma ci sono persone che non lo sanno, o che si trovano bene in tale stato, e persone che lo sanno e vorrebbero uscirne. Io, ho sempre voluto uscirne.”
“Per questo l’epidemia non mi insegna nulla, se non che bisogna combatterla al suo fianco, Rieux. Io so di scienza certa che ciascuno la porta in sé, la peste, e che nessuno, no, nessuno al mondo ne è immune. E che bisogna sorvegliarsi senza tregua per non essere spinti, in un minuto di distrazione, a respirare sulla faccia dell’altro e a trasmettergli il contagio. Il microbo, è cosa naturale. Il resto, la salute, l’integrità, la purezza, se lei vuole, sono un effetto della volontà e d’una volontà che non si deve mai fermare. L’uomo onesto, colui che non infetta quasi nessuno, è colui che ha distrazioni il meno possibile. E ce ne vuole di volontà e di tensione per non essere mai distratti; sì, Rieux, essere appestati è molto faticoso; ma è ancor più faticoso non volerlo essere. Per questo tutti appaiono stanchi: tutti, oggi, si trovano un po’ appestati. Ma per questo alcuni che vogliono finire di esserlo, conoscono un culmine di stanchezza, di cui niente li libererà se non la morte.”
“Non aveva molte illusioni, e la stanchezza gli toglieva quelle che ancora conservasse: sapeva, infatti, che per un periodo di cui non si scorgeva il termine, il suo compito non era di guarire. Il suo compito era diagnosticare.”
(i corsivi sono tratti da La peste di Camus)
(ora se un solo batterio può provocare tali rovine, figuriamoci un corpo intero, benché nano, ma già marcio quando era in fasce, una volta che si trova(sse) in avanzato stato di decomposizione).
E poi c'è La peste scarlatta.
Uno dei lavori più interessanti di Jack London, ambientato proprio nel 2013. Nell’epoca in cui il mondo è dominato dal Consiglio dei Magnati dell’industria (pare scritto oggi) il mondo è devastato da un morbo che cancella quasi tutta la razza umana facendo ripiombare la terra all’età della pietra. Uno dei sopravvissuti racconta quei tragici fatti sessant’anni dopo.
la peste nera? tetris cosa vai a rivangare i ricordi d'infanzia :P
RispondiEliminapiuttosto vuoi mica che porto Capurro al bar di ALe e lo lascio lì? O.o
ci avevo pensato anch'io... preferirei aperitivo in quel bar sciccoso... martedì verso mezzogiorno?
Eliminapotrebbe essere un'idea :)
RispondiEliminapago io:)
Eliminacredici
Elimina'tanto ci pensi che, date le mie limitate opzioni di trasporto, lunedì sera ci sentiamo via sms...
Elimina...un corpo intero nano marcio e pure in fasce è già pesante come immagine, figurati se è anche in avanzato stato di decomposizione! °_°
RispondiEliminaPaola
beh, ma mi sembrava l'immagine più somigliante:)
EliminaTe lo immagini in mezzo ai lavoratori socialmente utili?
RispondiEliminaPaola
più che altro mi immagino loro con lui tra i piedi!
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