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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 31 ottobre 2013

le pietre di bologna

Agli Dei Mani
Elia Lelia Crispi
né uomo né donna né androgino,
né fanciulla né giovane né vecchia,
né casta né meretrice né pudica,
ma tutto ciò;
uccisa
non dalla fame né dalla spada né dal veleno
ma da tutto ciò;
non in cielo, né nelle acque né sulle terre
ma ovunque giace
Lucio Agatone Prisco
né marito né amante né parente
né triste né allegro né piangente
questa
non mole né piramide né sepolcro
ma tutto ciò
sa e non sa a chi è dedicata.

Questo è un sepolcro che non contiene salma
questa è una salma che non è contenuta da un sepolcro
ma la salma stessa è a sé sepolcro.

La lapide, detta Pietra di Bologna, risale ai tempi dei Cavalieri Gaudenti ed è uno degli enigmi esoterici del passato.
Ma la stessa denominazione vale per un altro arcano.
Il bario.
Conosciuto fin dal 1600 proprio con il nome di Pietra di Bologna, in quanto rinvenuto in miniere nei dintorni della città, attrasse streghe ed alchimisti per le caratteristiche legate all'esposizione alla luce che lo rendono luminoso anche dopo anni e anni. 
Tra i suoi più moderni utilizzi l'aer(e)osol clandestino con i sali di bario allo scopo di modificare le condizioni meteo di particolari aree geografiche così da favorire attività militari e satellitari ad alta quota.
E qui si potrebbe riaprire il capitolo già accennato in passato, ma tralascio.
Ormai la psicosi dei patrimoni unesco mi ha pervaso e così, ogni volta che indago su un argomento, controllo se abbia a che fare con la rassegna.
in effetti i portici della città (o, meglio, le autorità cittadine) hanno più volte richiesto l'inserimento nei patrimoni, ma ad oggi ne restano esclusi, fatto salvo per l'inclusione in un altro elenco (i meandri dell'unesco sono pari a quelli degli abissi o dell'universo!).
Pur rallegrandomi della nomina di Bologna a città della musica, scorrendo l'elenco delle Città Creative Unesco (in cui, oltre al capoluogo emiliano, è di fresca nomina Fabriano) noto con rammarico che persino in quelle della gastronomia l'Italia sia assente (anche se ci siamo accaparrati la paternità della dieta mediterranea).
E dire che tra i portici e la mortadella, Bologna è nota soprattutto per la seconda e in generale è risaputo che il Bel Paese sia fucina di cucinieri e prelibatezze.
Ma tornando alla stele da cui ero partita, l'idea di una raccolta di epitaffi enigmatici mi attrae non poco... Ci penso.

aggiornamento del 12 dicembre 2015
rimediato all'appunto mosso all'unesco, Parma guadagna la palma di città creativa per gastronomia.
contemporaneamente Roma si aggiudica quella per il cinema.
ad oggi sono dunque cinque le location creative italiane.
Bologna per la musica
Fabriano per l'artigianato
Torino per design
Parma per la gastronomia
Roma per il cinema.

4 commenti:

  1. ma pensa te ... la casa dell'alchimista a Roma potrebbe essere un buon punto di partenza... io conosco e uso il gesso di Bologna ... sul bario ci devo pensare

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    1. leggo che si usa con la colla di coniglio...
      ma tu non eri al ballo?

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    2. eccerto: balla balla ballerino, tutta la notte sino al mattino ...

      tag: bologna, ballo, collegamenti fortuiti tra post diversi, dalla (inteso come cantautore e non come consiglio) :P

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    3. ecco bravo, specifica.
      (che sono tanarda), ieri avevo capito che ti avessero invitato al ballo, non che fossi tu l'invitante. poco male. ho ballato con la vecia... come si dice: calma e gesso:)

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