.
(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 30 novembre 2013

Vendesi

80 mq, ristrutturati, due stanze, sala, cucina, bagno, terrazzino romantico al piano...
"è il nostro"
venduto ormai da quasi quindici anni per passare in un appartamento più grande sempre in centro storico e a sua volta venduto otto anni fa per pagare i debiti, chiudere con la città e andare in campagna.
ultimamente torno spesso in via di san bernardo, sono cambiate tante cose.
adesso ci sono un sacco di ristoranti, ma i vecchi negozi resistono.
il panificio di fronte al numero 1 dove abbiamo abitato prima in due stanze al primo piano e poi al quarto, la drogheria storica all'angolo di via chiabrera, il tabacchino, il fruttivendolo gestito da due fratelli che mi sono coetanei e quindi anche loro sono attempati, il macellaio, i sardi dove a cucinare è sempre l'anziana mamma dello scapestrato proprietario, la birreria moretti e, quasi di fronte, accanto alla casa natale di Goffredo Mameli, il civico 32, dove ha casualmente ha preso casa Ale.

Ci è piaciuto a prima vista quel grande appartamento un po' acciaccato, ma luminoso, con quell'imponente porta d'ingresso in cui lo spioncino è ancora quello a grata con lo sportello.
incardinata su un portale d'ardesia che nel tempo menti dementi hanno via via verniciato e che mi sono rifiutata di ritingere.
e così da due mesi prendo servizio due volte la settimana e carteggio, svernicio, dipingo e sistemo i dettagli per esaltare i particolari a cui, una coppia di giovani squinternati, è troppo distratta per far caso.
soprattutto mi piace scendere dall'autobus e trovarmi nello stesso posto dove è nato e cresciuto mio figlio, ogni volta chiedendomi quale strano caso della vita ha voluto che lui, e un po' anch'io, tornassimo a metter radici proprio in quel luogo.
il secondo mistero è legato a mio nonno, Bernardo, che ho sempre associato a quella casualità e che è stato il parente più amato anche se ero troppo piccola quando è mancato per avere un'idea del suo ruolo nella mia vita.
forse, capisco adesso, è legato alla sfera dell'emozione e della commozione, quella atavica, quella impermeabile alle contingenze, inossidabile alle erosioni dello spirito stanco e malmenato.
su tutto aleggia la premonizione che il prossimo scherzo del destino sarà quello che vedrà nascere il primo nipote e iniziarmi alla vita di nonna... del resto Ale ha già fatto i suoi calcoli "c'è anche una stanza per te così, nel caso, vieni qui e lo badi"...
divertente epilogo per una madre ritenuta snaturata e incapace di crescere un figlio che questi concepisca di farne uno da affidarle..., ma tutto cambia e si evolve e probabilmente, con il senno del poi, quella matrigna non era poi tanto male... in ogni caso meglio mettere le mani avanti "ah, bene. ma guarda che i figli sono di chi li fa, quindi scordatelo!"

Nessun commento:

Posta un commento