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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 27 febbraio 2014

labbra invisibili



è da poco uscito Cave_man, l'album d'esordio di Above The Tree con il Drum Ensemble Du Beat, ma ho preferito inserire questo brano suonato con E-side, perché è meno cupo.
Marco Bernacchia è solo uno degli artisti che si esibiscono mascherati.
è un vezzo che, periodicamente, si riaffaccia sulle scene a prescindere dal genere musicale o dall'appartenenza/vicinanza a tematiche di vario genere.
ci sono le politicizzate Pussy Riot, il dj, fotografo e polistrumentista italiano The Blody Beetroots, che ha cantato in coppia con Raphael Gualazzi al festival, il duo robotico francese dei Daft Punk e così via.
(una raccolta particolarmente dettagliata del fenomeno, dalle sue origini ad oggi, la si può trovare sul blog guylumbardot).



mi piacerebbe indagare sui motivi per cui un artista operi questo tipo di scelta che, all'apparenza, suona come uno stratagemma per attrarre il pubblico con il fascino del mistero, ma preferisco pensare che sia una sorta di ribellione nei confronti dell'invadente onnipresenza che i media esercitano nei confronti di chi gode di un minimo di notorietà.
rendersi riconoscibili, anche senza metterci la faccia, con il rischio di perderla, sarebbe un bell'esercizio anche per i trasformisti che abitano le camere parlamentari.
in alternativa, seguire la moda e mascherarsi porterebbe il vantaggio di cambiare poltrona senza dare troppo nell'occhio, senza forzatamente aspettare che sia di nuovo carnevale.

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