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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 4 settembre 2014

la musica è finita




I
ci sarà sempre un'élite bieca e infingarda che grazie a un ultimo raggio di sole o al soffiare di schiavi su enormi mulini a vento potrà restare connessa anche quando il resto del mondo sarà nel buio del black out di ogni fonte energetica, ma la gran parte della gente tornerà ad apprendere o per meglio dire a inventare modi di vivere di cui ha perso il ricordo.
tra un paio di generazioni chi, a parte le giovani marmotte, saprebbe accendere un fuoco senza accendino?
mettendo da parte le apocalittiche e generiche considerazioni su un evento per niente improbabile, pensavo che artisti e musicisti potranno fare un sacco di soldi.
essì perché di foto e di radio nisba e allora scalpellini, stornellatori e teatranti a gogò.
ovvio in tale evenienza i problemi saranno tanti e maggiori della mancanza di musica, però, al momento mi turba il pensiero che all'improvviso diventi impossibile riascoltare altro che fra martino campanaro da una campana stonata.
musica, cinema, ovviamente il web con tutto quello che c'è dentro, comprese bollette, 730 e tutta l'identità, vera o virtuale della popolazione e i suoi 'saperi'.
resteranno solo gli ottoni (il riferimento alle trombe del giudizio è puramente casuale) perché ovvio, prima ancora dei libri andranno a scaldare le ossa le cornici delle tele che invece finiranno nella spazzatura e poi le casse armoniche e le pianole, così che la musica, al più, verrà fatta suonando casseruole o sbattendo tra loro iphone contro ipad, ma poi?
ancora altre due generazioni e, a parte quella élite che nel frattempo sarà ancora più sparuta, ci sarà tra i nipoti dei superstiti allo shock da astinenza informatica chi ancora ricorda un ritornello e lo saprebbe cantare o le menti si saranno così atrofizzate o altrove dislocate tanto da escludere qualsiasi abilità o estro legato alle arti?


traduzione
II
che poi, tra quelle belle (arti), la musica è la più connotativa delle proprietà 'astratte' della mente 'evoluta'.
la danza senza quella è ginnastica, l'arte figurativa è per definizione rappresentazione delle cose materiali tanto quanto lo è quella astratta o concettuale che di fatto cristallizzano l'idea in un manufatto tangibile al pari di una foto o di un video, anch'essi 'riproduttori' di pathos sebbene capaci di emozionare con suggestioni però spesso distanti dall'intenzione primaria.
la poesia e la letteratura danno voce ai pensieri costruiti dal linguaggio e quindi sono, come le altre, lontane dall'espressione del puro sentimento e della sensazione intangibile che si sforzano di ottenere.
solo la musica è linguaggio universale comprensibile, dalla culla alla tomba, a ogni latitudine.
espressa tramite strumenti, mi si potrà dire. certo è così, ma nasce dentro, o lo è sempre stata, prima ancora di venire esternata.
infatti si dice: nato con la musica nel sangue.
e chi ne è senza?
rumoreggia come può.
per questo, dicevo che, una volta persa la capacità di auto produrre invece di 'subire' passivamente le note dei compositori famosi, seguirà un imbarbarimento peggiore di quello che è già in atto e sarà difficile distinguere, tra le rovine, le differenze tra i piloni di cemento abbattuti e la piramide di Cheope, quale sia il cimelio rappresentativo di un fenomeno (la cultura) andato perso con il senno della ragione in una babele di torri del silenzio.

III
Si dice che ogni persona è un'isola,
e non è vero,
ogni persona è un silenzio,
questo sì,
un silenzio,
ciascuna con il proprio silenzio,
ciascuna con il silenzio che è.

José Saramago

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