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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 24 marzo 2016

professione reporter

per noi liguri è una mezza festa. il giornale locale (secolo xix), stampa, corriere e repubblica tutti sotto lo stesso cappello e infatti, se prima della 'fusione', qualche flebile differenza la si poteva cogliere (parlo del web, perché il cartaceo l'ho abbandonato da anni e anni) nello stile dell'impaginazione e nella scelta del quotidiano torinese di farcire la home di video di gattini e cuccioli di varie razze, adesso sono talmente simili da potersi sovrapporre senza lo scarto di una virgola.
macedonie di orrori, gossip, scemenze, politica, cronaca e ogni tanto una notizia degna di questo nome.
lasciando perdere l'ennesimo, e totalmente ignorato, 'incidente' petrolifero tranne per dire che fa da modello della caratteristica comune di evitare accuratamente di toccare argomenti che inducano a una riflessione o a uno stimolo intellettuale, preferisco soffermarmi sugli aspetti visivi.
intanto la differenza tra il cartaceo e il virtuale è ancora molto poco chiara agli editori.
il giornale lo sfogli, lo ripieghi, lo annusi, sapendo in che punto trovare l'argomento che ti interessa e quali pagine evitare e, come dicevo, oggi si risparmia anche perché tranne che per l'impaginazione, in quanto a contenuti le principali testate nazionali si assomigliano come gemelli omozigoti (alla faccia della libertà di stampa e del diritto all'informazione).
sul web va anche peggio, cominciando dalla profusione di notizie che poi risultano 'bufale' per finire con il largo uso (meglio dire sfruttamento) di video amatoriali, fonti di incerta attendibilità, errori ortografici, superficialità, pressapochismo, chiacchiericcio invece di approfondimento (ma basterebbe anche solo il minimo sindacale di oggettività e deontologia professionale).
perché fare il free lance da un profilo fb è cosa diversa dall'essere giornalista (anche se tutto fa propendere verso l'acquisizione del totale dominio dell'informazione da parte del sultano del social più diffuso e che quindi invece dei Montanelli e dei Biagi, dei Terzani e degli Impastato (Scalfari nemmeno lo cito sperando vada presto in pensione e smetta di straparlare) avremo un qui, quo, qua e paperino qualunque.
a parte (forse) internazionale e manifesto, che paiono una vetrina più o meno coerente con un indice di testo entro cui scegliere in quale stanza entrare (che se voglio sapere di sciocchezze ho solo l'imbarazzo della scelta), per il resto ansa e il fatto quotidiano compresi) si butta dentro tutto insieme cercando di rimpinzare il più possibile la copertina così che si crei una bolgia confusionaria di argomenti che mettono alla pari il selfie di belen e il campo di concentramento di idomeni, l'assassino di turno con le previsioni meteo, l'attentato e le ricette di pasqua, la foto dell'anno e la fame nel mondo, e così via, suscitando un otto volante di sentimenti contrastanti che sembra fatto apposta per rimbambire e anestetizzare la capacità critica, annientare ciò che una volta si intendeva nel parlare di 'valori' così da arrivare a un mix letale che porti al rifiuto in toto di tutto, a buttare il bambino e l'acqua sporca, direbbe mia nonna.

2 commenti:

  1. e poi vogliamo parlare della frigna in TV della Mogherini??? non ci resta che piangere?
    dalle lacrime della Fornero in poi sembra che l'unica cosa che sanno fare i nostri politici davanti alle difficoltà sia piangere ... di capacità e 'palle' non se me parla nemmeno

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    Risposte
    1. ah! quello, sì...
      lo diceva anche Publilio Siro: le lacrime delle donne sono il condimento della loro malizia.
      ma anche bonanno piangeva, anche i criminali sadici, ognuno abbia commesso un reato, piange.
      senza pentimento, né lacrime, solo per lo show.

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