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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 29 settembre 2017

la vita agra*

autore e protagonista del libro* hanno lo stesso nome e in qualche modo l'uno racconta l'altro e insieme storie che potevano sì capitare, ma che era più frequente leggere in cronaca che vivere in prima persona.
ai tempi, così com'è stato fino a qualche decennio fa, la maggior parte delle persone 'comuni' era quasi del tutto esente dall'eventualità di subire truffe e raggiri dei quali neanche si pensava di poter cadere vittima.
oggi è lo stesso?
mi pare proprio di no.
mi guardo intorno e mi vedo capovolta.
qualsiasi attività è vista come opportunità per un affare, grande o piccolo purché sia.
difficile trovare interlocutori disposti a discutere e appassionarsi al progetto fine a se stesso.
si arriva subito al punto: quanto ci guadagno, al netto di quanto speso in termini di impegno e di tempo?
a occhio e croce si soppesa il vantaggio e ci si stringe la mano per suggellare l'intesa.
poi si girano i tacchi e si inizia a fare di tutto per arrivare allo scopo col minimo sforzo, possibilmente niente altro che passare alla cassa a riscuotere sventolando un pezzo di carta che attesti che quanto ci spettava è stato fatto e a prescindere che lo si sia effettivamente realizzato nel migliore dei modi.
qualsiasi modo va bene.
la qualità è insoddisfacente? dovevi pagarmi di più.
sì ma quanto di più?
più di quello che bastava allora e più di quanto dici che basta adesso, perché appena dici sì diventa meno, diventa poco a sua volta.


allora erano pochi quelli che ebbero sentore che sarebbe finita com'è adesso, anzi ci si divertiva a vederlo al cinema, invece, inutile dirlo, eccoci qui a giocare alle tre carte con l'imbarcata che prima o poi arriva.
almeno una al giorno.
è fisiologico.

è la prassi.

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