Sto andando in là con gli anni e quindi posso ben comprendere il punto di vista dell'autore de La forza del carattere, che a discapito del titolo si occupa principalmente della rappresentazione che abbiamo dell'invecchiamento.
Hillman (che tra le altre cita When I'm Sixty Four) dice che la crisi di mezza età deriva essenzialmente da una interpretazione infondata perchè gli anni che intendiamo come quelli della perdita delle capacità e delle illusioni sono proprio quelli in cui la persona manifesta se stessa più compiutamente, quindi fanno parte del percorso creativo invece che di quello passivo come la società attuale tende a farci credere.Oggi a quaranta o cinquanta anni abbiamo più tempo davanti che alle spalle e maggiori capacità di sfruttarlo e comprendere ciò che ha da offrirci.
Invecchiare è una forma d'arte, come a dire che l'anima, prima di andarsene debba essere invecchiata al punto giusto.
Ecco perchè ci serve una vecchiaia lunga: per sbrogliare i fili e trovare i bandoli.
Gli ultimi anni della vita confermano e portano a compimento il carattere, rispondono alla domanda: rispetto a ciò che realmente sono, a che punto mi trovo? Non tanto il fatto di essere troppo vecchi, quanto il fatto di essere ancora troppo giovani. E' la proiezione dell'adolescenza a impedirci di essere nel mezzo della vita e ci fa stendere un sudario di paura sulle affascinanti domande della sua ultima parte.
La patologia della vecchiaia è l'idea che ne abbiamo.
Come i sogni, l'ultima scena: il bordo del marciapiede, l'automobile, la chiave nel blocco dell'accensione, non sappiamo mai i motivi delle azioni sognate, la psicologia scatta la mattino e ogni volta che ci ripensiamo è come fosse la prima, sempre diversa.
Come i vecchi testi, l'Iliade, l'Odissea, che a ogni generazione hanno bisogno di una nuova traduzione perchè le traduzioni invecchiano il testo mai, così il carattere.
La vecchiaia è parte di noi fin da quando nasciamo come ben si esemplifica nell'uso anglosassone del "How old is he?" _ "He is four years old" e comunica l'emozione delle cose profondamente amate fosse anche solo una tazza per la quale sentiamo di dover avere attenzione, seguire il suo ritmo, maneggiarla delicatamente, farle attraversare adagio la stanza, sintonizzarci sulla sua fragilità e al tempo stesso comprovare la sua durezza, la sua tenuta, il suo carattere inteso come stratificazione e complessità che la rende unica ed esige rispetto da parte nostra.
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l'età è un problema che ci viene imposto da fuori, o almeno io sono giunta a questa conclusione. del resto, basta osservare le diverse epoche storiche per vedere enormi differenze. probabilmente sarebbe saggio cominciare a infischiarsene dei vari "oddio, ho X anni" e concentrarsi su altri parametri.
RispondiEliminac'è anche un problema più sottile, ossia quando la mente resta giovane e vorrebbe fare determinate cose e il corpo non riesce a farle ...
Eliminadovresti leggerlo quel libro quando l'ho finito te lo presto volentieri e gli dai un occhio.
Eliminala sua premessa è appunto volta a indicare il parossismo che solitamente attribuiamo alle età della vita con accanimento anagrafico poi (hillman) prosegue con validi esempi che potrebbero dimostrare quanto sia pregiudizievole tale impostazione e quanto possa essere smentita osservando le fasi della vita da un diverso punto di vista.
Considera che lui è una via di mezzo tra uno psicologo, un filosofo, un poeta e un visionario animista con tendenze utopiche e ne ricavi facilmente quanto poco io riesca a spiegare in forma sintetica il suo assunto di base.
è vero Guchi ... mia nipote ha appena compiuto 23 anni e già frigna ...
RispondiEliminaSolo dieci anni, pk prima la fotografia non esisteva??? :))
Ho 38 anni e la mia età dipende da me. Certi giorni mi sento una quindicenne. Altri una sessantenne. Alla fine farò una media e deciderò...
RispondiEliminasei troppo giovane per porti simili problemi, ma tra una ventina di anni, ricordati sto libro, potrebbe essere illuminante!
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