Ne ricordiamo gli aspetti folcloristici, ci piace ispirarci alle atmosfere che evocano quelle civiltà misteriose e magiche, Atlantide, i Faraoni, i Maya, le dinastie cinesi, spesso modelli ritenuti oggi poco democratici.
Beh, è triste assistere all'estinzione di una cultura che è madre della democrazia.
Perchè è di questo che si tratta. Alla fine hanno vinto il mercato, la globalizzazione e la politica corrotta su tutto. Anche gli Dei hanno voltato lo sguardo e adesso resta più niente altro che le gesta eroiche e i loro cantori.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.
perdute memorie di civiltà in un copia e incolla appiccicaticcio e modaiolo
la democrazia se mai funziono', funziono' per piccole citta' con pochi abitanti. presupponeva coscienza e partecipazione. insomma, non sostituiva l'impegno individuale, anzi, ne era direttamente dipendente. non c'e' nulla che assomigli a quell'esperienza, oggi e qui. nel senso che siamo milioni inseriti in un quadro di miliardi senza voce e senza coscienza. senza impoegno, inutle anche sottolinearlo. sembra che la democrazia ad oggi voglia solo dire delegare. e che addirittura si voglia far passare che i politici sono dipendenti. e certo lo sono, ma chiaramente non dipendono da chi va a votare. per una serie di motivi logici che capirebbe anche un bambino. il superamento del mito democratico e' essenziale. altresi' essenziale e' il recupero di impegno e coscienza politica. magari per realizzare finalmente l'emancipazione dell'uomo dal concetto stesso di dominio, che e' poi l'unica possibilita' che abbiamo di sgonfiare le ruote a questo convoglio sfrenato votato allo schianto che e' il mostruoso sistema da noi stessi generato.
RispondiEliminaa voler tentare un'ardita metafora, si può dire che data la natura dell'essere umano e considerata la sua lunga storia, il tentativo "democratico" pare essere naufragato ben prima dei precedenti sistemi di organizzazione sociale e in fin dei conti ha comportato lo stesso numero di morti, le stesse devastazioni, uguali brutture e meschinità.
Eliminasolo due mila anni e mezzo di storia "democratica" per tornare all'età delle caverne e delle clave. bel risultato!
tuttavia sono triste per la Grecia. ci avevo sperato che la cultura e la ragione o l'immaginazione e l'intelletto potessero "compensare" i difetti o le imperfezioni umane, del suo animo e della sua natura primordiale, ma pare sia valse a poco.
come si osserva benissimo anche nella vita nella difficoltà di intrattenere relazioni a due così è nel mondo.
hai ragione le piccole società, i clan, restano esempi di possibili convivenze tra pochi esemplari, ma come si torna indietro?
e.. AUGURI, EH? :))
beh io innanzitutto sono scettico per quanto riguarda le info di cui sembriamo vivere, e che sono inevitabilmente una produzione collettiva del momento che si propaga su passato presente e futuro. per farla semplice, prima dell'avvento del dominio, forse non e' detto che ci fossero solo dei bruti scimmioni. insomma, la storia che ricordiamo, e' la storia del dominio. ma il mondo degli uomini non comincia dai sumeri e solo in quel luogo. poi c'e' da dire, sempre per quanto mi riguarda, che sono abbastanza scettico sul concetto di lasso temporale che infligge l'assoluto all'esperienza umana. ossia, 2500 anni sono davvero pochi, e potrebbero essere una semplice flessione su un diagramma ben piu' esteso di tempo. inoltre non penso che la gestione del dominio sia una chiave di volta per definire un cambiamento epocale. che sia a maggioranza o ad altra forma delegato, nulla cambia. e' lo scontro tra la concezione di conservazione della vita e del dono, tra le 2 modalita' d'approccio all'altro (obbligare vs non obbligare, leggi anche convincere vs non convincere) che definiscono un vero cambiamento nelle esistenze nostre e di sistema. quindi no, non credo si possa o si debba tornare indietro. si puo' pero' generare altro. e non servono neanche millenni. i cambiamentoi sono, come natura insegna, repentini. le altre sono trasformazioni. leggevo una critica al marxismo e ad hegel di un post-situazionista francese, molto interessante a tal proposito. la trasformazione con sedimentazione e' altro dal vero cambiamento. del resto, ad oggi mi pare, che o cambiamo tutto in maniera decisa, o ci trasformeremo in polvere (o formiche).
EliminaGRAZIE EH...! :)
prego:))
Elimina(ma passante mica l'ho trovato! volevo fargli gli auguri:)
a me sembra che abbiamo una visione molto simile anche se suffragata da riferimenti diversi imposti anche dalla diversa natura dominante (si capisce che sei un uomo da come scrivi, mentre io tento di apparire una signora:).
ma scherzo, perchè il contenuto tra parentesi ha poco senso. converrai che siamo innanzi tutto persone! o dovremmo tentare di esserlo e distinguerci così dai cugini animali spesso più umani di noi.
e chiudo anche la terza parentesi.
io osservo quello che arrivo a vedere intorno a questo tempo di cui mi sento piuttosto estranea, e constatare quando alla fin fine questo tempo sia appunto di forti cambiamenti di cui sembriamo inadeguati a tenere il passo.
uno dietro l'altro si chiudono dei cicli eppure tutto continua come se fossero ancora in corso.
tranne davvero pochissime voci di menti alterate (quali la mia e se non ti offendi metto anche la tua), a parte i luoghi comuni dimmi: hai occasione di sentire o leggere qualcosa che assomigli a una chiave di lettura di questo mondo per com'è?
a me sembra che più che altro si sfugga, si evada, si elida, si rimuova quel che ci appare diverso dal noto e rassicurante.
intanto il tempo corre e illudersi che l'estinzione appartenga alle prossime generazioni diventa sempre più complicato da credere e insostenibile come teoria.
beh chiaramente, "non sono una signora" :)))
RispondiElimina(non lo so, e non leggo nulla, e non cerco niente, che sia una chiave di lettura per questa epoca. ma forse e' che sono piu' propenso ad usare il piede di porco :) )
ah... il mio secondo nome e' Refuso :) era Passannante...
ahahhahah (pensavo fosse un nick! ahahhah;)
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