domenica 12 febbraio 2012

il ponte e la scolopendra


Il ruscello Semi,Così limpido che persino la luna si fa limpida per trovarlo
si parla di un laghetto in cui il falco si libra, il pesce si tuffa, nell'Eremo dell'Airone in cui si trova il padiglione dell'Albero della Seta vicino al Ponte dei Sogni dove si imperniano i ricordi e la storia di Otokuni Tadasu ovvero una sorta di riepilogo della problematica che lega l'autore (Tanizaki) al tema o al conflitto materno.

Il ponte dei sogni è tutto un rimando all'infanzia e alla nostalgia per la perdita della madre, la sua sostituzione attraverso altre figure di riferimento esterne e intime incapaci di colmare la mancanza e appagare il desiderio rimasto insoddisfatto quando sarebbe stato il tempo così che, una volta cresciuto il bambino diventasse uomo invece che rimanere per sempre incerto tra la ricerca di quello che avrebbe voluto e la rassegnazione per l'averlo perso per sempre.

La sua ricostruzione dell'ideale materno, benchè molto ambiziosa, si incarna nella figura di una nuova madre che il padre decide di dargli e a cui egli impone anche il nome di quella che l'ha preceduta e che unite al maggior numero di caratteristiche che contraddistinguevano la prima Chinu vanno a confondere nella mente del piccolo Tadasu l'identità originale della sua vera madre.

Un rapporto, tra la seconda Chinu e Tadasu, che resta fermo all'età delle esperienze di lui quattrenne quando ancora succhiava il seno della madre per gustarne il latte in uno svolgersi di fatti intimo e parallelo a quello reale in cui il padre appare una sorta di complice propugnatore di un rapporto che la gente giudica incestuoso o quantomeno ai limiti dell'incesto e della tresca.

Il risvolto psicologico è narrato come nei sogni, elegantemente illustrato e al tempo stesso schietto ed essenziale.
Una storia densa, conclusa così com'era cominciata nell'accenno alla pericolosità della scolopendra, alla minaccia di quanto è sempre presente e può colpirci ogni momento sottraendo alla vita noi stessi o chi abbiamo caro lasciando in chi resta un senso di obbligata attribuzione dell'evento che si vuole per forza addebitare a qualcuno sperando così di comprendere e giustificare quanto ci è così difficile accettare.

Da un lato la scrittura e la descrizione di un mondo incantato in cui vige la forma, la bellezza, le convenzioni e dall'altra il parallelo del vissuto interiore in cui paiono inesistenti la morale o il peccato e tutto è ammesso senza pregiudizio o mistificazione.

Due cose su tutto: 
lo stile veramente eretico e cioè oltre l'ateo, che mi mette in uno stato di quiete semi assoluta evitandomi la tensione di aspettarmi dietro alle righe un che di religioso o di collegato alla fede in cui credere ciecamente (che detesto).
Anche i desideri e i sogni tornano sempre al lato oscuro e perverso, al sadismo al sottile piacere che recondito alberga, a mio avviso, sempre nell'animo umano rendendo le azioni e i propositi affatto sante e pie, ma sempre impestate di pazzia e malsano cinismo impastati di tutto ciò che più vi sia di condannabile ed esecrabile da nascondere al mondo e anche a noi stessi.
Poi il fatto che l'autore tralasci di descrivere, in questo racconto, in modo altrettanto minuzioso di quanto avvenuto per il protagonista, il sottile gioco perverso che anima le donne citate facendole apparire servili, totalmente assoggettate come se questo fosse tutto invece che il dato che più strega il maschio conducendolo, lui sì, in catene nel gioco di amore e di relazione.
Così la seconda madre, Chinu, che interpreta ed esaudisce le mire inconfessate del marito di farne, almeno idealmente, l'amante del figlio tanto da convenire, insieme a lei, di abbandonare il fratello nato dalla loro unione e assecondare, allontanandola, l'ossessione che sia in vero figlio di una unione di colore incestuoso benchè non consanguinei.
Una sorta di affetto materno che travalica la natura e vive in territori mentali indicibili e inammissibili.
e così anche la consorte scelta per Tadasu, ancora una volta dal padre poco prima della sua morte, ma ancora una volta concordata con Chinu, che fa sì che alla fine quasi si pensi che sia stata lei a nascondere la scolopendra in seno alla donna così da rompere quell'intesa, in cui lei sembrava relegata al solo scopo di celare al mondo e anche a quello dentro la loro casa, che stringeva Tadasu alla seconda madre e tramite lei a quella originaria che lei aveva così bene incarnato.
Niente fa supporre che la giovane donna fosse stata consapevole che il solo sospetto avrebbe potuto rompere la sua relazione con il giovane o che il fatto stesso che venisse a mancare la terza presenza avrebbe di fatto portato al divorzio.
Niente fa supporre che la sua malvagità sia reale, latente o immaginata e che quindi il suo piano volontario o casuale comprendesse o prevedesse come risultato quello ottenuto.
Tanizaki dice poco della donna, a meno di farlo per dire delle conseguenze che lei ha sull'uomo e a cosa lo conducono.

2 commenti:

  1. questo non l'ho letto, magari lo cerco in biblioteca al prossimo giro.

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    1. ciao, buongiorno. dici? io gli ho dato 3 stelle, se guardi nella pagina dei libri che trovi nella colonna qui a fianco vedi quelli che mi sono piaciuti di più.
      prima o poi metterò anche loro qui.
      e tutto giocato in una luce da sogno, molto etereo.
      forse gli ho dato meno del dovuto per via del tema per me poco appassionante, del resto quando si da un giudizio, ovviamente si utilizzano parametri personali:))
      il prossimo invece dovrebbe piacerti, o almeno credo ti piacerebbe...

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