mercoledì 22 gennaio 2014

arcana dimora

Capolavoro dell'architettura medievale, Castel del Monte fu fatto costruire da Federico II di Hohenstaufen di Svevia nel 1240. E' innegabile che il suo fondatore abbia voluto erigere questo Castello attribuendogli una forma e dei contenuti simbolici fortemente connessi al ruolo imperiale, ma è anche espressione della sua poliedrica personalità di sovrano illuminato, appassionato di matematica, poesia, filosofia, astronomia, capace di anticipare le concezioni rinascimentali. Perfetta sintesi fra scienza, matematica e arte, il castello è stato definito "pietrificazione di un'ideologia del potere”, manifesto della regalità tradotto in un materiale che resiste nel tempo, definito Stupor Mundi.
Iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco: 1996


Ora, della motivazione data da unesco, la parte evidenziata in rosso è sicuramente vera. 
il resto è fortemente contestabile, senza però nulla togliere a Federico II di Svevia, nè sminuire i suoi poliedrici interessi e frequentazioni.
Da Leonardo a Fibonacci, da Jacopo da Lentini a Pier delle Vigne.



Fondatore dell'Università di Napoli, autore di un trattato sull'addestramento dei rapaci e la caccia, impiantò uno zoo a Palermo e contribuì in modo determinante alla nascita della Scuola Siciliana che segna l'inizio della letteratura italiana.
Crociato, nonostante la scomunica, cantato da Dante nel girone degli eretici ed epicurei, fece erigere numerosi palazzi e costruzioni, ma forse, Castel del Monte lo trovò già confezionato (ma c'è anche chi è sicuro che invece non vi abbia mai messo piede) e si limitò a insediarvici, sicuramente stregato dal mistero che da sempre avvolge il monumento e accomunato lui stesso al mondo o ai mondi esoterici e misteriosi di quel periodo.
Questi aspetti, uniti all'indiscusso amore per le Puglie da parte del sovrano di Sicilia, Germania e Gerusalemme, imperatore del Sacro Romano Impero, ecc, ecc, si oppongono alle fonti che smentiscono la tesi che gli attribuisce la costruzione della fortezza di cui resta oscura la funzione, ma indubbio il fascino e l'armonia.

Resta, a mio avviso e prescindendo dal fatto che la leggenda sia del tutto vera o solo in parte, che in soli cinquantasei anni e in un epoca in cui i collegamenti e le informazioni viaggiavano alla velocità del piè veloce di un cavallo, ci siano stati uomini che sono entrati in contatto tra loro e condiviso esperienze di diverso genere e su svariati argomenti, nonostante le loro principali occupazioni.
Che hanno spaziato per terra, mari, oltre il noto e conosciuto e anche di più.
Hanno saputo vedere, immaginare e creare visioni a cui hanno dato forme tangibili, sono stati presenti e combattenti e al tempo stesso eterei e ispirati.
Personalità che nel bene e nel male hanno lasciato dietro di sè una tale quantità di orme, date, imprese che oggi è molto difficile trovare negli 'eroi' moderni, ammesso che ne esistano.

2 commenti:

  1. a me la cosa che stupisce sono le iperboli di cultura e di aberrazione di queste epoche passate, capaci di produrre opere simili e guerre sanguinarie ...
    mentre oggi se da un lato è un gigante che partorisce un topo, le aberrazioni restano invariate

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    Risposte
    1. eh, ma infatti c'è un seguito 'logico' nella cronologia dei post...
      vedrai ♬ vedrai ♪ ♩ ♫ (pur nel rispetto della regola che prevede il mantenimento delle aberrazioni, sia ben inteso!)

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