lunedì 13 gennaio 2014

"La verde isola Trinacria, dove pasce il gregge del sole"

(Omero, Odissea)

Caltagirone, Catania, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli (stesso ordine nelle foto) sono gli otto centri della Val di Noto, patrimonio unesco dal 2002 per gli esempi di architettura tardo barocca, anche se in Sicilia coesistono stili e bellezze di diverso stile e natura, tanto da rendere difficile un'etichettatura univoca ed esaustiva.
Si sarebbe fatto prima a dichiarare patrimonio l'intera regione, perché sono davvero tanti i siti che compaiono nell'elenco e ancora di più quelli che ne sono ingiustamente esclusi.
Da sempre cantata dai più illustri poeti e scrittori e portata a esempio di fascino, bellezza, cultura, compresenza di stili, etnie e tradizioni.
Un'isola anomala rispetto alle altre, solitamente chiuse tra i loro confini umidi, la Sicilia è, al contrario di esse, aperta, unita e collegata ai mondi che si affacciano intorno al suo mare.
Fertile ed arida, cupa e solare, moderna e arcaica, squisita a tavola e ostile e impervia per la natura selvaggia, ospitale e ricca di suggestioni appaganti il turista più esigente o il semplice pellegrino.


Perché la balconata? Parce que è la più lunga balconata barocca del mondo.
Riduttivo, lo so assegnare solo una foto a Noto o a Scicli, ma questi sono post riassuntivi, che servono anche da pretesto per appuntarmi pensieri, note e personaggi.
Ad esempio alcune foto selezionate sono di Luigi Nifosì, natio di Scicli, autore di immagini spettacolari, che riprenderò anche nei post successivi.
Oppure stranezze come Grammichele, paese poco distante da Catania che un po' ricorda Palmanova, ma è forse meno noto.

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