venerdì 14 febbraio 2014

Renzis Khan

ai tempi dei tempi prima di avviare un'azione di conquista o intraprendere un'iniziativa, venivano consultati maghi, sciamani, astrologi, oracoli e stregoni.
oggi, questi sapienti di arti segrete li dobbiamo consultare per interpretare, a posteriori, il significato delle azioni e iniziative dei moderni conquistatori italici.
e ciò nonostante, la verità, resta muta o quanto meno incerta.
cambiamento è la parola magica che, da decenni in questo paese, guida e porta alla vittoria i vari contendenti a un potere che di fatto ha una sola prerogativa: portare allo sfascio.
e l'ultima variante, il cambio verso, sposta di poco l'esito della faccenda.
la mia personale previsione è che ad andare a trecento all'ora contro mano, ci si schianta o si viene arrestati, ma se della sorte personale del segretario condottiero mi interessa relativamente, mi sono rivolta a un giudice per avere lumi sulla legittimità di una denuncia allo stato per bancarotta fraudolenta.
a patto di trovare un legale capace e volenteroso, pare che ci siano gli estremi, ma la causa potrebbe concludersi tra due o tre secoli.
ancora una volta sarà la storia, in una delle sue varie riscritture, a stabilire, sempre che vi sia, il senso e l'opportunità delle scelte attuali, soprattutto quelle che sfuggono alla logica e all'etica comune.
qualsiasi saranno le decisioni prese per dar vita all'ennesimo cambiamento so per certo che le ragioni saranno contorte e sgraziate oltre che irragionevoli.
a cominciare dall'ascesa al colle per le consultazioni del maggiore rappresentante del malaffare nazionale, dei suoi accompagnatori e anche di quelli della controparte certo non meno immune di critiche ed esempi di scarso valore e altrettanta infamia.
scontato ricordare che, nel frattempo, chi è fuori dai palazzi si gode la permanenza, a sue spese, nel famoso baratro senza fondo che inghiotte e ricopre di massi e di scorie tossiche i villeggianti, vivi o morti che siano.

2 commenti:

  1. nel frattempo Riva, il benefattore della città di Taranto, munifico datore di lavoro che la cattiva magistratura ha costretto alla chiusura, reo soltanto di disastro ambientale, si appresta al reato di truffa allo stato per aver evaso 52milioni di euro. e poi vengono a parlare delle piccole imprese che evadendo il fisco sono la causa del dissesto del paese

    RispondiElimina
    Risposte
    1. dall'entità dell'evasione si desume la portata dei guadagni (finiti chissà dove)... alla faccia dell'imprenditorialità e i suoi decantati valori

      Elimina