giovedì 24 novembre 2011

disoccupati idealismi



pare, a vedere nei film, nei libri e anche nelle fiabe o nelle canzoni che il lavoro osti alle storie sulle vicende dell'umano sentire.
alla faccia della costituzione e di quel che si è pensato fino a pochi anni fa, a meno che si tratti di un'opera a contenuto politico e sociale, se ci si fa caso, chi svolge un lavoro di solito fa da comparsa a meno che sia un investigatore, un'artista, qualcuno che abbia la fortuna di fare qualcosa che gli corrisponde negli ideali e gli piaccia così da diventare una sorta di missione o estensione di sè in cui anche l'amore e le passioni trovano il loro incastro.
se invece si tratta di una professione esercitata perché dà solo da vivere quel personaggio ha meno da dire, sta lì a fare da cornice.
esempio, un metalmeccanico o un chirurgo, un fiscalista o una commessa non fanno l'amore, scopano.
gli altri invece, i nullafacenti, imbastiscono storie a non finire e di tutti i tipi partendo spesso da episodi considerati marginali o irrilevanti e quando sono in intimità son spesso grandi storie d'amore.
mentre i personaggi del primo tipo, sono dipinti come spesso arrabbiati, scontenti, presi da misere vicende quotidiane, i cavalieri, i viaggiatori e quelli del secondo tipo sono cupi, magari malinconici, pensierosi, profondi, ma comunque al centro della vicenda e dotati di intelligenza superiore e rara sensibilità.
se i primi faticano ad arrivare a fine mese, ai secondi succede o che son ricchi di loro o che semplicemente trovano chi provvede ai bisogni connessi al vivere quotidiano.
hanno vite che scorrono tra un approfondimento meditativo e un altro e c'è da chiedersi se vadano al cesso o si soffino il naso, se abbiano la forfora o un foruncolo dove non batte non il sole o abbiamo mai conosciuto ragadi ed emorroidi.
fanno incontri magici che finiscono al ristorante quando è ora dei pasti e sono apprezzati e rimborsati per qualità che a quanto ne so io il mondo ignora e sbeffeggia.
che gran culo che hanno i disoccupati che sanno trarre vantaggio da una condizione di svantaggio sociale e che sfiga, di contro, vien da pensare, a chi è toccato di essere onesto lavoratore nobile d'animo così___ tanto per consolazione, a cui resta spesso solo di poter immaginare una dimensione in cui elevare se stesso e propria esistenza sacrificata nel nome di una patria ingrata in un mondo ignorante.




sono i tempi che son cambiati o il modo di vedere la vita, il lavoro e anche l'amore?



6 commenti:

  1. ma Teti, mi meraviglio che ti meravigli! farsi seghe mentali richiede un grandissimo dispendio di energia, ti pare che uno che si fa 8 ore in fabbrica più gli spostamenti per andarci e tornare a casa, poi ha pure la forza di mettersi a meditare sull'amore? scopa e basta, appunto.

    RispondiElimina
  2. GUCHI
    il che spiega perchè la donna sia così numericamente minoritaria rispetto all'uomo un po' in tutti i campi, dalle eroine, alle interpreti o protaginiste di storie epiche e profane:)
    essendo che svolgono sempre e comunque un'attività forzata, dove lo trovano il tempo e la testa per creare svolazzi?

    RispondiElimina
  3. appunto. ti pare che una donna con figli che lavora trova anche il tempo per queste menate? ovvio che no. prendi Giulietta e Romeo, per esempio: mica lavoravano, no?

    RispondiElimina
  4. GUCHI
    infatti, vedi che culo che ho?
    ora mi manca solo di trovare l'estro:)

    RispondiElimina
  5. sì, proprio un gran culo abbiamo! il mio però è in senso strettamente letterale!!

    RispondiElimina
  6. GUCHI
    beh, dai tempo al tempo!
    anche io prima ho dovuto liberarmi di un figlio.
    tu ne hai addirittura due più un marito, ma non è detto;)

    RispondiElimina