martedì 31 dicembre 2013

luoghi di santità macabra e profano

Farsi un'idea di Caterina Benincasa, in arte santa Caterina dell'omonima città (patrimonio Unesco dal 1995) è cosa ardua.
Della Patrona di Roma, d'Italia e d'Europa (tutti i titoli in condivisione con altri santi), della contrada dell'Oca e delle crocerossine, si trovano pezzi sparsi per ogni dove.
Nella Basilica di san Domenico, troviamo la testa e un dito; nel santuario, sempre nella città natale della santa, la scaglia di una scapola.
A Bologna, nel museo della Basilica Patriarcale di san Domenico, un calcagno; A Roma, nel Monastero del Santo Rosario a Monte Mario, la mano sinistra che porta i segni delle stimmate; un piede a Venezia (Chiesa dei santi Giovanni e Paolo); una costola in Belgio ad Astenet; altro, non ben precisato, a Gerusalemme e quel che resta nel sarcofago marmoreo sotto l'altare maggiore della Basilica di santa Maria sopra Minerva sempre a Roma.
La leggenda vuole che un giorno, durante il percorso tra casa e lavoro, Caterina scivoli lungo la scalinata che fiancheggia il Duomo spaccandosi i denti che ricadendo, ruppero a loro volta i gradini di marmo (e lo strano è che nessuno li abbia recuperati per farne altre reliquie).
Prima di allora Caterina, ventiquattresima figlia di Lapa Piagenti e di un modesto tintore di pelli, Jacopo, pare fosse bellissima e devota, fin dall'età di sei anni al Signore.
Si auto recluse in una cella fino a quando i genitori, contrari al suo voto, si arresero. Tornò nella sua cameretta, ma da allora ebbe per guanciale una pietra (il che spiega perché dormisse due ore per notte).
Muore a soli trenta tre anni, lasciando ai posteri, benché semianalfabeta, oltre trecento ottanta lettere (anche loro sparse per le biblioteche del mondo), le Orazioni raccolte dai discepoli e il dettato del Dialogo della Divina Provvidenza che le han reso il titolo di Dottore della Chiesa Universale in quanto "messaggera di pace" e "mistica della politica".
Comunque sia, seguire l'itinerario dei luoghi che fanno riferimento alla santa può essere un criterio per visitare Siena e d'intorni, tenendo presente che il 2 luglio e il 16 agosto c'è il Palio e quindi la città è off limits per i misantropi.
Altro vanto della cittadina toscana la Scuola Senese per la pittura, Cecco Angiolieri per la poesia, Pia de' Tolomei per il mistero che avvolge il personaggio decantato dal Vate, e cantato dalla conterranea e contemporanea Gianna Nannini, e dei luoghi che ne evocano la leggenda.



8 commenti:

  1. questo sta messo meglio, sarà perchè è tutto intero? o forse perchè lo hanno seppellito nell'oro ..

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    1. suggerirò all'unesco la candidatura a patrimonio immateriale dell'umanità dei santi martiri 'comuni'...

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    2. secondo me stai facendo una classifica dei
      siti tetris patrimonio mondiale dell'imumanità ...

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    3. effettivamente dal modo di trattare i patrimoni vien fuori quella roba che hai detto:)

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    4. imu cioè inu ... si vede che sto calcolando il saldo on line?

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    5. ognuno ha i suoi patrimoni da pelare;)

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  2. Ho trovato sempre molto inquietanti le reliquie dei santi spezzettati e sparse ovunque e non ho mai capito il perché!

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