giovedì 20 febbraio 2014

Europa

geograficamente parlando... già! sembra facile...
intanto bisogna distinguere tra geografia fisica e politica.
questa è l'Europa segnata da fiumi, monti e mari ed è una cosa.
poi c'è quella disegnata dalla politica.
ma non solo. esistono almeno altre quattro Europa.
quella dell'Unione Europea, attualmente composta da 28 Stati...
... quella dell'Eurozona che vede oggi (in azzurro) 18 Stati membri...
... quella di Schengen, diciamo tra 22 a 26 Stati a seconda dei vari distinguo...
... e quella del Consiglio d'Europa (47 Paesi) che ci riporta più o meno alle prime due cartine e cioè a dire che le restanti (mappe) sono una sorta di artificio viziato da interessi, cultura, tradizioni, antipatie/simpatie, e tutta l'ampia gamma di fattori che differenziano una Nazione, e le sue etnie, dall'altra.
Ora, si può dire che l'Europa sia in pace o che debba intervenire sugli Stati che pressano ai suoi confini politico/economici o come diavolo li vogliamo intendere?
Bosnia, Turchia e soprattutto Ucraina sono in agitazione.
Hanno fame? Sono mossi dagli stessi interessi e faccende dei loro governanti?
Ne so troppo poco per esprimermi, ma una cosa mi pare evidente, sia in questi conflitti e sia in quelli dell'altra sponda del Mediterraneo.
A muovere le rivolte sono fattori etici: libertà di espressione, di scelta (religiosa, sessuale, ecc.) e diritti umani più che un mero problema di pagnotta.
Esattamente il tipo di contestazione che stenta a partire qui in Italia, dove insieme alla focaccia ingoiamo la qualunque come fosse miele.
E lo strano è che a Kiev si guardi a Ovest come esempio di democrazia, libertà e pace.
Così com'è paradossale che da Ovest si guardi a Est con estraneità e senso di superiorità.
Oltre i confini artificiali e artificiosi c'è un uguale sentire, e un diverso reagire, ma considerati i diversi aspetti che concorrono a formare il tutto, la possibilità che a prevalere sia il conflitto invece della ragione è piuttosto probabile anche in aree diverse da quelle ritenute calde.
il fotomontaggio della piazza Maidan di Kiev, prima e dopo gli scontri, sembra preludere al nascere di una spaccatura di vecchio stampo: una parte alla Russia e l'altra all'Occidente, Usa compresi.


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