Gelosia, isolamento, possesso e “concessione” (non accondiscendenza, tanto è vero che infine sarà lei ad anticipare lui nell'abbandono) reggono la traccia e la morale del racconto.
Il resoconto di una storia che è amore solo immaginato o sognato come nostalgia infantile perché, se vissuto, risulta solo deludentemente banale.
Tentare di trovare l’antieroina è una precauzione inutile.
Marcel racconta unicamente uno zahir che nomina Albertine.
Il resoconto di una storia che è amore solo immaginato o sognato come nostalgia infantile perché, se vissuto, risulta solo deludentemente banale.
Tentare di trovare l’antieroina è una precauzione inutile.
Marcel racconta unicamente uno zahir che nomina Albertine.
(...) "la verità cambia talmente in noi che gli altri fanno fatica a raccapezzarsi".
" E Albertine aveva una tale forza di passività, una così grande capacità di dimenticare e di assoggettarsi, che quelle amicizie erano state effettivamente troncate e la fobia che mi ossessionava era guarita".
"Queste sono le girandole della gelosia".
"Allora di colpo, mi ricordavo; avevo conosciuto una prima Albertine, poi improvvisamente si era trasformata in un'altra, l'attuale. E soltanto io potevo essere responsabile di quella trasformazione. Tutto quello che mi avrebbe confessato facilmente, e anche volentieri, quando eravamo buoni amici, aveva smesso di divulgarlo non appena aveva pensato che io l'amassi, oppure, senza forse nominare l'amore, aveva presagito in me un sentimento inquisitorio che vuole sapere, che tuttavia soffre nel sapere e che cerca di scoprire di più".
"Potevo prenderle la testa, rovesciarla, posarla contro le mie labbra, allacciare le sue braccia al mio collo, lei continuava a dormire, come un orologio che non si ferma, come un animale che continua a vivere in qualunque posizione venga messo, come una pianta rampicante, un'ipomea che continua a estendere i suoi rami su qualunque appoggio le venga dato. Soltanto il suo respiro era modificato da ognuno dei miei tocchi, come se fosse stata uno strumento che io avrei suonato e al quale facevo eseguire modulazioni, ricavando note diverse ora dall'una ora dall'altra delle sue corde. La mia gelosia si placava, perchè sentivo Albertine in un essere che respira e che non ha altro, come dimostrava quel soffio regolare con cui si esprime una pura funzione fisiologica che, interamente fluida, non ha spessore nè della parola nè del silenzio e, ignaro di ogni male, il suo fiato emesso da una canna cava più che da un essere umano era davvero celestiale, era il puro canto degli angeli per me che, in quei momenti sentivo Albertine sottratta a tutto, non solo materialmente ma moralmente".
"Albertine socchiudeva gli occhi, mi diceva con aria stupita, dato che era già notte: "Ma dove vai così, mio caro?", chiamandomi per nome, e subito dopo si riaddormentava. Il suo sonno era una sorta di cancellazione del resto della vita, un silenzio costante su cui ogni tanto spiccavano il volo parole famigliari di tenerezza. Collegando le une alle altre, si poteva ricomporre la conversazione senza elementi estranei, l'intimità segreta di un puro amore. Quel sonno così calmo mi incantava (...)".
Precauzione inutile, Marcel Prust, inserto de La Repubblica, 14 agosto 2011
Non lo avrei certo mai letto se non fosse stato per un Caso.
E così qualcosa per farmelo piacere andava trovato in omaggio al Caso e a colui che me lo ha servito.
E quello che coincide con la mia personale visione da gelosa sfegatata è quella dimensione, da lui tanto auspicata e ricercata ma non del tutto accolta, che sia in quella modalità assoluta che vorrei vivere momentanei amori e passioni.
Nessuna finzione, nessun mascheramento, nessun controllo: pregi e difetti tutti insieme sullo stesso piano e in assenza di peso.
E' una visione che sul momento non ha ancora capito nessuno degli uomini che ho incontrato, ma che diversi hanno colto poi, in seguito senza però poterla mia provare perchè al solito si alza più di una obiezione quando si dice: "sono nelle tue mani, potresti uccidermi o fare quello che vuoi, mi fido".
Beh, ormai è tardi per pensare di trovarmi in quella situazione.
Chi potrebbe mai perdere il senno per me seppure momentaneamente?
Pazienza, è andata!
Torno alla Vita di una donna licenziosa (Ihara Saikaku) che forse si sposa meglio con il mio presente.
lo so
RispondiEliminasono fuori tema
ma restando in tema
mi consiglieresti un film da vedere stasera
su itliafilm?
ciao
saluto
eccome
anche ROMAN
e tutti quelli che
frequentano
i tuo blog
ecco :PP
CARTISEA
RispondiEliminache bizzarra domanda che mi fai!
tanto sono arrivata tardi:)
o forse troppo presto come al solito:)
poi mi sono persa a commentare l'apocalisse:)