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martedì 22 novembre 2011
feng shui_VI
II capitolo
Passa più di un mese prima che l’editore si faccia vivo per confermare l’incarico. La telefonata arriva in un momento di totale marasma e disturbata dal rumore del traffico. E’ il mio quarantatreesimo compleanno, sono in ritardo su tutto e a questo punto anche preoccupato perché l’entusiasmo trasmesso al progetto ha consentito che venisse approvato ma adesso occorreva procedere e io ero ancora completamente sommerso dalla nebbia.
L’esigenza che avevo individuato come prioritaria era quella di identificare un luogo accessibile che fungesse da stimolo e verifica del percorso che avevo disegnato nella mente, ma dove trovare un sito che esprimesse visivamente, energeticamente e materialmente i concetti e le caratteristiche che avrei dovuto illustrare?
Decisi di ripartire dall’inizio delle ricerche e mi avviai verso la biblioteca con in tasca la bussola. Mi sforzai di avvertire qualcosa in quel posto che assomigliasse a una suggestione di quello per cui era stato costruito, ma non arrivai a nulla. Andai in archivio e mi feci fotocopiare le piantine e le sezioni della costruzione. Scoprii che prima su quella collina sorgeva un monastero e forse prima ancora una chiesa celtica che nei pressi aveva una fonte sorgiva dalle proprietà miracolose.
In qualche modo stavo svolgendo le funzioni del geomante che visitava i luoghi per individuare i punti energetici su cui edificare ma invece che aggirarmi tra gli alberi, i prati e i ruscelli, mi stavo a malapena orientando tra antichi papiri e consunte riproduzioni di quella che doveva essere quella collina prima di essere invasa e ricoperta dal cemento.
Certamente a causa dell’attenta osservazione della raffigurazione del Drago tratta dalla mia Guida finalmente ne riconobbi l’espressione nascosta tra le rocce e la vegetazione che incorniciavano l’area.
Mettendo insieme più tavole potei in qualche modo schizzare come nel corso dei tempi emergessero meglio e maggiormente oltre al Drago, la Tigre e la Tartaruga e come ai piedi della collina, dove adesso c’era una delle piazze principali da cui partono molte vie nelle diverse direzioni, ci fosse una baia marina in cui probabilmente la sorgente andava a fluire.
Verificai con la bussola l’orientamento dell’edificio e dell’area e con l’aiuto di quanto potevo disporre grazie ai commessi con i quali avevo ormai fatto amicizia riconobbi il baricentro dell’edificio esattamente davanti allo scaffale dove era riposta la “mia Guida” e in perfetta coincidenza con l’abside della cappella del monastero dal cui pavimento, l’architetto che aveva curato il progetto della biblioteca, aveva sottratto la porzione centrale su cui adesso stavo poggiando i miei piedi e su cui arrivava il riflesso dei raggi del Sole che provenivano da una finestra rotonda posta nel soffitto sovrastante.
Evidentemente qualcosa che univa istintivamente me e le ragioni della mia presenza al luogo esisteva, come pure esistevano relazioni, molto più che occasionali coincidenze, tra i criteri che identificano i luoghi sacri in Occidente come nella lontana Cina anche in tempi relativamente vicini.
A quel punto decisi di approfittare a piene mani del mio istinto e scelsi a caso una pagina della Guida: “La superficie del globo è popolata da Draghi che ridistribuiscono il Qi “soffio vitale” tra la Terra e il Cielo. Il miglior sito è quello che dà il lato dell’affaccio posizionato a Sud di una collina, con un ruscelletto che corre a lato della casa per poi far girare il rivoletto di fronte alla casa e per proseguire sotto. Quando un sito frontalmente si affaccia a Sud, allora i quattro termini Feng shui corrispondono con le quattro direzioni della bussola".
Siccome dall’interno non riuscivo a verificare che l’orientamento dell’ingresso principale della costruzione fosse effettivamente quello indicato dalle piante, ne approfittai per controllare con la bussola anche gli altri affacci, girando intorno fino a dove era possibile data la presenza della cinzione in pietra che sul lato Sud si ingloba con il muro perimetrale dell’edificio.
Come spesso accade con le cose cinesi, il funzionamento di Tartaruga, Drago, Tigre e Fenice è complesso, in quanto varia a seconda che lo spazio esaminato sia letto dall’esterno oppure dall’interno. Inoltre la sequenza rimane invariata indipendentemente dall’orientamento per cui guardando ad esempio una casa dal suo principale affaccio esterno avremo sempre di fronte a noi la Fenice, alla nostra sinistra la Tigre, alla nostra destra il Drago e, infine, la Tartaruga dove è posto il retro.
Una volta all’interno lo schema si ribalta e indipendentemente dall’orientamento geografico e dai riferimenti esterni, saremo sempre in una posizione tale per cui alle nostre spalle avremo la Tartaruga, davanti a noi la Fenice, alla nostra sinistra il Drago e alla nostra destra la Tigre.
Comprendere e applicare nella vita questa impostazione consente alle persone di orientare al meglio se stesse nello spazio.
Proprio perché noi siamo figure a tutto tondo percepiamo lo spazio e le sue energie da tutti i lati del nostro corpo. Se aderiamo al modello che ci dice che se abbiamo una buona Tartaruga alle nostre spalle ci sentiamo più sicuri, se ci alleniamo a realizzare questa condizione, ben presto saremo in grado di riconoscere la precarietà di una posizione oppure, nel senso di incertezza che alle volte avvertiamo in un luogo, il fatto che abbiamo “le spalle scoperte”.
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