argomento ostico e suggestivo... dalle tante interpretazioni... a me evoca, tra le altre (e, probabilmente, contrariamente al prossimo), suggestioni di libertà.
La parete di Marlen Haushofer
Una donna, durante una gita in montagna, rimane separata dal resto del mondo da una parete sorta misteriosamente e deve organizzarsi per sopravvivere, maturando un nuovo rapporto con la natura, gli animali, se stessa e il proprio passato.
Il resoconto martellante a mo' di cronaca di una solitudine forzata ma vissuta come necessaria, una parete che permette a questa donna di curare i suoi gesti e di agire le sue scelte.
Nel suo percorso, al di qua del muro che la divide dal mondo rimasto in sospeso, sperimenta l'indifferenza per ciò che non è più e la ricerca di quello che le manca.
In un giorno qualsiasi, la protagonista femminile del romanzo scopre, mentre trascorre delle vacanze in uno chalet di montagna, la presenza di una barriera trasparente ed insormontabile. Questa “cosa” misteriosa verrà chiamata “la parete”. La parete è invisibile, fredda, liscia; impedirà il cammino relegando l’unica sopravvissuta in un tempo nuovo e circoscritto all’interno di un bosco alpino. La donna è sola e non riesce nemmeno a rivedere i coniugi che la stavano ospitando nello chalet; inevitabilmente inizia una nuova vita, lontano dalla città che fino a quel momento l’aveva accolta.
E’ come vivere in una prigione rappresentata da una montagna, perfettamente chiusa e circondata dalla parete. Il romanzo si avvicina al Robinson Crusoe di Daniel Defoe poiché in entrambi gli scritti si narra di un personaggio che vive in solitudine all’interno di uno spazio definito. Da segnalare che mentre Robinson, essendo un naufrago, è ben cosciente di ciò che gli è accaduto, nella parete la figura femminile si smarrisce davanti ad una nuova realtà totalmente ignorata. Perché la parete? Dove arriverà? Cosa racchiude? Attraverso l’immensa e trasparente vetrata, riesce a percepire l’inesistenza di vita al di la della stessa.
il Premio Schnitzler, è vissuta sostanzialmente ai margini degli ambienti letterari, scrivendo "sul tavolo della cucina", la mattina presto, quando ancora marito e figli dormivano.
Moriranno di nostalgia, ma non torneranno. (Su un muro in Nicaragua poco tempo dopo la caduta del dittatore Somoza)
Coloro che fanno la rivoluzione a metà si scavano la tomba da soli. (Sui muri della Sorbona nel '68)
Prendiamo sul serio la Rivoluzione ma non prendiamo sul serio noi stessi. (Sui muri della Sorbona nel '68)
Consumate di più, vivrete di meno. (Sui muri di Parigi nel '68)
Io non voglio morire mai, perché voglio giocare sempre. (Scritto da un bambino su un muro di Montevideo)
L'uomo alato preferisce la notte (Su un muro di Montevideo)
C'è un paese diverso, da qualche parte. (Su un muro)
Libertà è coscienza dei propri desideri. (Piazza della Sorbona nel '68)
Quando il carcerato piange l'uomo libero trema. (sul muro di un carcere)
La giustizia dei ricchi è la sofferenza dei poveri. (Sul muro di un carcere)
La libertà è il crimine che contiene tutti i crimini, è la nostra arma assoluta. (Sui muri della Sorbona nel '68)
Non liberarmi, grazie ci penso io. (Muri di Parigi, maggio '68)
Aiutate la polizia: torturatevi. (Su un muro in Uruguay)
Il muro
... ed ecco all’improvviso mi trovai un muro davanti... sembrava comparso dal nulla, un “dispetto” della strada... una strada che finisce contro un muro...
La prima cosa che pensai fu di abbatterlo... poi provai a costeggiarlo per evitare una inutile fatica, qualora il muro fosse finito pochi passi più in là... ma non finiva... Cercai allora una breccia, un punto più basso o qualche appiglio per poterlo scavalcare... non mi si presentava nessuna possibilità... il muro era grosso, solido, non finiva più in là, né c’era possibilità di evitarlo...
Ripresi l’idea di demolirlo: dovevo procurarmi della dinamite oppure un martello e uno scalpello... e perchè non lanciarmi contro direttamente?
Certamente la cosa più difficile rispetto ad un muro, che ci ostruisce il passaggio, è fermarsi e chiedersi perchè è lì, a cosa può servire e se “difende” qualcuno: chi è al di qua o chi è al di là di esso...
Capirne il senso può avere una funzione importante: a volte invece di abbatterlo è di gran lunga meglio sedersi e appoggiarsi ad esso o addirittura rinforzarlo con contrafforti o anche solo appenderci sopra un quadro... non sta poi così male... non ti pare?
Tratto da “Come si inventano le fiabe” di Fabio Rondot e Maria Varano, Ed. Sonda
faccio parte della maggioranza di coloro che vedono il muro come un qualcosa di negativo, che separa. il fatto che ci passi rinchiusa dentro la maggior parte del mio tempo non mi aiuta a rivedere questo concetto.
RispondiEliminaGUCHI
RispondiEliminavolendo e potendo si può anche rovesciare il concetto:)
o quanto meno provarci;)
almeno questa è l'intenzione del post:)
a parte questo... ultimamente mi diverte fotografare le scritte sui muri. non ne ho fotografate tantissime, solo quelle che mi hanno divertito e mi sono piaciute, difatti stavo quasi pensando di fare un post.
RispondiEliminaIo non posso far altro che amarli… in una regione in cui i 'pareti' a secco la fanno da padroni, come potrei pensare altrimenti? :) Suscitano la mia curiosità, bloccano e fanno da trampolino. Ho sempre amato salirci sù, oltre-passare il limite, oltraggiarli, cavalcarli, gambe giù e occhi sù tra le nuvole, felice di essere arrivata, ma guardando a un muro più alto, sempre più…
RispondiEliminaGUCHI
RispondiEliminafallo dai! io anche ne ho raccolte un po' sul web e quando le trovo le fotografo:)
eh ma come non ricordare il muro di Montale...
RispondiElimina"com'è tutta la vita e il suo travaglio,
nel suo seguitare una muraglia,
che ha in cima cocci aguzzi
di bottiglia.
che poi si scopre che a Berlino c'è pure qualcuno che ha nostalgia del muro...
PIER
RispondiEliminaun giorno faremo un post in doppio tu ed io:)
tu da un lato e io dall'altro di un muro ovviamente!
uhm l'idea che ci separeranno cocci di bottiglia (verdi) potrebbe essere interessante :P
RispondiEliminaPIER
RispondiEliminainfatti, altrimenti sarebbe scontro di irti aculei;)
però scelgo io il campo!
parallelamente o non se fa ___ niente!
...la montagna è un muro ,e se forse ora sembra esserlo meno,in passato sono state dei limiti invalicabili. io divento matto se non so cosa c'è dietro!...però la parete trasparente,mi fa pensare ad un anima che vaga in attesa di una collocazione e pur vivendo nel mondo di prima non riesce a comunicare con i propri affetti...forse,un modo di prepararci ad un 'altra vita di cui non sappiamo nulla e che dovremmo;anche lì, giostrarci per campare....che palle! ciao
RispondiEliminaKONTYKY
RispondiEliminama anche tu????
possibile che nessuno fino ad ora ne parli con leggerezza di 'sti muri?
a parte PETROLIO, sembra che metta tristezza l'idea del muro, mi spiace, non volevo mica:))