rinfocolare le coperte e rimboccare il braciere.
insomma c'è sempre qualcuno che mi costringe a qualcosa che non mi verrebbe mai in mente.
allora sanno tutti che di recente è passata a miglior vita Agota Kristof (mai frase "passata a miglior vita" si presta bene al personaggio), beh, non avevo mai letto nulla di lei, perché lo sanno tutti che sono fissata con i visi e a me il suo sapeva di troppo simile al mio grugno incazzato, insoddisfatto, saccente e dai modi diretti.
sono diventata diretta e cruda per stanchezza e sfiducia nel prossimo. anche dentro sono uguale.
questo ci vedevo in quell'espressione nella foto e tanto mi è bastato per evitare di leggerla.
poi per via che è morta da più parti l'invito, l'esortazione e allora vado da feltrinelli, scelgo su consiglio di mia sorella la trilogia di K che apro a caso e richiudo immediatamente con un senso tra il disgusto e l'incazzato del tipo: "ecco lo sapevo, cazzo!"
"Le parole che definiscono i sentimenti sono molto vaghe _ scrive a pag 27 _ ; è meglio evitare il loro impiego e attenersi alla descrizione degli oggetti, degli esseri umani e di se stessi, vale a dire alla descrizione fedele dei fatti"
Stronzate, penso. penso ha ragione, maledettamente ragione tranne che i fatti esistano univoci, ma in ogni modo la penso abbastanza allo stesso modo.
lascio lì, ritento, niente da fare, quello stile spezzettato lo conosco bene ma non ho voglia di incattivirmi, lascio lì.
due giorni fa una brutta giornata segnata da un umore kristofanesco mi porta a ritentare e parto con allegro entusiasmo incoraggiato dalla neanche tanto sottile vena ironica e cinica dell'autrice.
una sorta di sadismo linguistico che una volta individuato conduce alla mia letture del carattere dell'autrice che io immagino dotato di una sorta di predisposizione acquisita a intendere ogni aspetto come semplicemente avvenuto così come è stato descritto senza alcuna partecipazione emotiva, giudizio o interpretazione.
solo nel primo dei tre racconti ho trovato così tanti e molteplici esempi di crudeltà tipicamente adolescenziale da cui, Agota, sembra proprio non aver saputo prendere le distanze temporali: figure femminili truci, deformi, che non si intendono d'amore e sentimenti, che al più la danno via e, come Labbro Leporino, fanno del sesso un'arma di suicidio, mi portano a pensare che come persona sia non solo stata segnata ma ci sia proprio nata con l'attitudine a concepire con naturalezza suggestioni che sono intime e giacciono inconfessate, persino a se stessi, nell'animo umano e invece per lei è cosa da niente, le mette lì, le narra senza un filo di grazia, nè di pietà, diretta, senza fronzoli, sadica. quell'arteria sadica e compiaciuta che a me diverte un sacco e trovo più eccitante di una poesia d'amore perché tiene conto, sopra ogni altra cosa, che "nei fatti" c'è sempre il lato che trova la sua soddisfazione più pura e autentica nel procurare intenzionalmente il peggior male possibile a ciò che si dovrebbe amare sopra ogni cosa: se stessi.
Comunque se si tiene botta al finale del capitolo "nostro padre", alla pag 131 in particolare, credo si possano continuare a leggere anche i successivi due racconti di cui forse dirò.
tenacia e perseveranza nel procurare intenzionalmente il peggior male possibili a se stessi? può darsi.
RispondiEliminaGUCHI
RispondiEliminariprendendo dal precedente__ non lo so io!
cioè ognuno lo sa per se stesso cosa e quanto e verso chi e verso cosa.
almeno così la penso!
BIMBOVERDE
RispondiEliminaacuta anticipazione del mio sospetto:)
ma non sono nemmeno ancora a metà libro
Sai bene quanto ami Agota. La sua morte è stata per me una tragedia.
RispondiEliminaHo letto tutto quello che ha scritto e, come te, ho iniziato proprio dalla Trilogia. So che andrai avanti e che scoprirai il resto. Alcuni personaggi e molti volti li incontrerai regolarmente, non spaventarti.
MIA_EURIDICE
RispondiEliminaciao, temevo il tuo commento appunto perchè so quanto la veneri.
ma vedo che hai colto lo spirito "critico" con cui ho scelto di parlarne (sollecitata da un blogger che mi vuole "male" e mi sfida:)