uhmmm, beh, chiavi di lettura e di interpretazione quante se ne vogliono trovare in questo uccello che avvita, o svita, il mondo.
la mia attenzione si sa va in primis all'ossatura e alla costruzione degli incastri e tanto di cappello per come ha giostrato magistralmente, lungo un testo così esteso e molto complesso, lo svolgimento del tempo.
avanti e indietro, sopra e sotto, senza mai perdersi e far perdere il lettore, tutto sul filo dei labili confini tra vissuto presente, immaginato, vissuto passato, trapassato, sognato, avvertito, intuito.
tutto un rimuginare a cercare i motivi, un senso, un'indicazione da assegnare a un futuro mai accennato, neanche in forma di premonizione.
non parla mai del futuro, mai. solo auspica di ritrovare la persona che ha a cuore, ma più per puntiglio, per tornare al senso originario, per mettere un punto fermo che per affetto o bisogno amoroso.
e poi l'eclissi e i cavalli, il gatto, lo zoo, le meduse, gli elefanti un bestiario che si è andato a distendere fino a toccare un altro libro (1) che ho letto l'estate scorsa e che fino ad ora era rimasto appeso senza particolari collegamenti al resto, come fosse estraneo.
è proprio vero che spesso ci accadono cose che si possono collegare alle altre solo in seguito. anche se avvertiamo che hanno un nesso con il presente non sempre riusciamo a riconoscerlo, bisogna aspettare che il quadro si componga e che bello quando finalmente l'incastro va a buon fine!
e così la lettura è finita che nelle ultime cento pagine il giro si conclude ripercorrendo, non si sa se in senso orario o antiorario, gli episodi che hanno avviato la storia, i luoghi geografici, quelli inconsci, gli alberghi, le case, i giardini e i pozzi, gli incontri e le persone.
come se a scrivere il libro fosse stato appunto l'uccello che girava meccanicamente, all'infinito e con freddo distacco le viti del mondo.
3 giorni con Murakami, tanto ho impiegato a leggerlo e se fosse stato qui a raccontarmelo, non ci sarebbe stato il tempo di fare altro che girare le viti, notte e giorno (no, tanto per dire).
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(1) Manuale di zoologia fantastica, J. L. Borges
Io ci ho impiegato non so quanti giorni a leggerlo, che io vado a passo lento, seguo impronte, ascolto e mi fermo ad ogni fruscio. Mi pare sia un vanto poi, quello dei lettori veloci ma è un fatto di comprendonio sicuramente. Io devo star la a rimuginare, scriverci in parte della pagina i pensieri, farmi venire il tunnel carpale. Pesa 672 gr, pesato adesso. Ho pesato anche Kafka sulla spiaggia, che ho la fermo ancora da leggere: 431 gr. Ecco vedi, tempo fa ho letto l'uccello ma sono ancora cosi sazio di murakami che non è che non leggerei quella di kafka sulla spiaggia ma quello delle viti mi gira ancora in testa.E' come avere la bocca buona di qualcosa che hai mangiato e vorresti tenerti la ancora quel sapore. Tu l'hai letto kafka sulla spiaggia? Magari lo leggiamo insieme tra un po, ma io parto prima che a te poi bastano due giorni. Ma che testa hai? che testa?
RispondiEliminaLa prima cosa che mi aveva colpito era stata la ragazzina con gli occhiali stesa in bikini in giardino a casa sola. Devo averne scritto in un post. Quel torbido erotismo che murakami dissemina. La traccia che lascia, oltre che a me molto intrigosa mentalmente, è anche emblematica credo del suo modo di procedere intuitivo, per un sommarsi che poi trova un senso solo dopo, come dici te. Ma questa è anche la sua tecnica, il suo stile di scrittura diciamo. Sara per quello che non riusciva a darne fuori con questo libro, che forse ci aveva messo troppa roba, personaggi, storie personali che dovevano trovare un nesso tra loro. Allora, vederlo da questo punto di vista, e forse è per quello che ci metto molto a leggere, perche ne indago le tecniche e sono un po parafrenico, duro di comprendonio, allora vederlo dal punto di vista della costruzione si, è per me una sorta di manuale. Poi, per me c'è questo fatto che mentre leggo ascolto murakami, la persona vera, quella che si inventa o assembla queste storie. Sentire lui, del com'è fatto, la sua persona che in quello scrivere traspare, lasciando tracce di sè, del suo mondo interiore, dell'estrema complessità di un essere semplice come lui. Ecco, a me quel sentire lui, la sua psiche diciamo, il com'è fatto, quel cercarlo, questa cosa qua mi piace un sacco. Ecco
SIMURGH
RispondiEliminale cose che mi piacciono me le mangio a volte senza cottura.
ne avevi fatto dei nowhere, mi ricordo, la tua infatti si vede è una lettura diversa da quella che faccio io.
ognuno ha il suo stile anche in quello!
perché i libri li leggo in fretta?
credo perché un libro è un libro. come un film è un film. come una poesia è una poesia. c'è sempre il ragionevole dubbio che siano pura fantasia ela certezza che niente abbiano a che fare con il presente del loro autore.
i blog potrebbero essere cosa diversa.
i post li leggo e rileggo, li centellino perché benché siano come le pagine di un libro, una poesia o una scena di un film, (i post), sono per me i più vicini i più prossimi al momento vissuto.
un libro, una poesia o un film dicono qualcosa che è passato, chissà quando è accaduto, chissà adesso che li leggo costa già pensando l'autore.
i blog, no o per lo meno potrebbero non essere così lontani dal pensiero di chi li scrive.
e allora se trovo qualcuno che mi piace è come potessi leggere quello che scrive che so? Murakami? lello voce? mentre lo sta scrivendo.
e poi le persone migrano come i rondoni che distratti dal clima mite sono ancora qui a volare ma dovrebbero già essere a trovar scampo altrove e allora avevo fretta perchè avrei dovuto aspettare primavera per vedere come girano le viti.
questo è stato comunque un'eccezione, così veloce non lo ero ancora mai stata, ma volevo mettere distanza tra questo e il prossimo.
Kafka, non l'ho ancora neanche comprato, ma certo mi farebbe piacere metterci d'accordo e leggerlo in parallelo. lo prendo lunedì, dammi tu il via.
Da leggere. Grazie
RispondiEliminaTAKUS
RispondiEliminaprego, speriamo non ti deluda!