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giovedì 8 dicembre 2011

Clickette, Clickette, ClicketteClick

Anno Zero
uno: urlare

due: mangiare

tre: cagare

quattro: dormire

cinque: crescere

Anno Uno

uno: piangere, ridere e giocare

due: mangiare e cagare

tre: dormire e sognare

quattro: camminare e lallare

cinque: crescere

Anno Tre:

uno: piangere, ridere e giocare

due: mangiare e cagare (da soli)

tre: dormire e ricordarsi gli incubi

quattro: correre, parlare e disegnare, suonare, ecc

cinque: crescere

Anno Sei:

disimparare

aste e cerchietti, bambini!

gesti per apprendere

a sformare il pensiero astratto.

fantasticare in_forma gestuale

volute, asticelle, ghirigori,

sfruscii prolungati, vergate veloci,

occhielli, direzioni e rimandi,

spessori, colori, variazioni,

spazi e sovrapposizioni,

cancellature visibili,

cumuli di inchiostro, sbaffi,

margini da varcare, confini mobili,

maiuscole e minuscole

anche il piede partecipa,

anche il ginocchio suggerisce

dice la sua.

Clickette, Clickette, ClicketteClick

come fa il picchio

quando buca la corteccia

per scavare il suo nido.

distruzione invece di costruzione

scavo e sottrazione invece di elevazione.

Clickette, Clickette, ClicketteClick

basta un dito lo stesso che,

a intingerlo nell'inchiostro,

impiegherebbe un bel po' di gesti

per tracciare lettera a lettera

il suo discorso.

Clickette, Clickette, ClicketteClick

infiniti punti che,

per convenzione e meccanica,

assurgono a parole e poi a frasi

quel ritornello di sottofondo:

Clickette, Clickette, ClicketteClack.

Clickette, Clickette, ClicketteClick

manca il movimento che accompagna

il significato, l'accento dell'incertezza,

quello della rabbia o delle lacrime

che fanno scappare fuori dalle righe

una finale o ne sfocano e dilatano i contorni.

Clickette, Clickette, ClicketteClick

fa male la spalla, la schiena, il collo

e quello che si è scritto è tutto uguale

a un qualsiasi altro discorso.

per notare se vi sia differenza va letto

invece che guardato.

Clickette, Clickette, ClicketteClick

Teti oggi è anche qui: CLICK e qui CLICK

4 commenti:

Guchi chan8 dicembre 2011 alle ore 09:11
anche a me fanno male le ossa, ma non ho capito a che anno sto!
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teti9008 dicembre 2011 alle ore 09:20
GUCHI
sei nell'era informatica;)
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premio petrolio9 dicembre 2011 alle ore 20:22
bei pezzi sia qui che là che lì.. sei onomatopea pura! :)
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teti90010 dicembre 2011 alle ore 11:13
PETROLIO_MUSO
namastè:)
anche tu bel pezzo!!
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Era spinta da una febbre di confessione a sollevare un lembo del velo, ma si spaventava appena qualcuno ascoltava con troppa attenzione. Più volte prese una spugna gigante e cancellò tutto quello che aveva detto con una smentita assoluta, come se questa confusione fosse di per sé un manto protettivo. Dapprima adescava e trascinava l'altro nel suo mondo con la lusinga; poi offuscava i passaggi, confondeva tutte le immagini, come per eludere ogni ricerca.

(Una spia nella casa dell'amore, Anaïs Nin)

silenziosamente

La società contemporanea teme il silenzio, sente la necessità di coprirlo, annullarlo, negarlo creando città rumorose, luoghi di ritrovo frastornanti, momenti di solitudine anch’essi fitti di suoni (il cellulare che squilla, la musica dell’iPod nelle orecchie...).

Forse perché spesso silenzio diventa sinonimo di solitudine, isolamento, vertigine di vuoto. Eppure una lunga tradizione, che affonda le sue radici in un tempo lontano, dice che è ricchezza e non mancanza, pienezza anziché vuoto, gioia piuttosto che tristezza, nascita invece di morte.

Oppure accidia (ovvero: indolenza, inerzia, negligenza, tedio, ansietà del cuore) una forma di torpore o, secondo la traduzione della parola greca da cui origina, uno stato di noncuranza (a=non e kedos=cura), una mancanza di affezione, un senso opprimente di vacuità accompagnato da una strana noia irrequieta e insoddisfatta che prende di mira in particolar modo le persone solitarie e le assale specialmente nelle ore del mezzogiorno… continua a leggere

Henry Miller su Anais Nin

Sei così pronta, così intelligente.
Ma non mi fido della tua intelligenza.
Tu crei uno schema meraviglioso, tutto è al suo posto, e sembra chiaro in un modo assolutamente convincente, troppo chiaro.
E intanto, dove sei tu?
Non sulla chiara superficie delle tue idee, no, tu ti sei già tuffata più a fondo, in regioni più oscure, così uno pensa che tu gli abbia dato tutti i tuoi pensieri, ma lo immagina soltanto che tu ti sia svuotata in quella chiarezza.
Invece ci sono strati e strati - sei senza fondo, insondabile.
La tua chiarezza è ingannevole.
Sei la pensatrice che suscita in me più dubbi, più confusione, più turbamento.

epicuro

La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.