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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 7 gennaio 2012

La Schematica


Stanislaw Debicki
ieri sera arrivo nel letto e già trovo ad aspettarmi con carta e penna la schematica.

il sogno non si è ripresentato, sono arrivati solo i principali interpreti, quindi approfitto per trascrivere gli appunti della schematica mentre aspetto l'ora della corriera.

allora, tre entità principali che un anno fa hanno deciso di scrivere un libro insieme seguendo le suggestioni comuni (avvertite perchè tra loro è vietato il dialogo), quindi usano ipotesi, interpretazioni, sentori.
si scrive e poi si cancella procedendo in modo curvilineo e con moto a spirale a rivestire o a scoprire il nucleo. l'unica entità che ha a memoria il tutto è quella invisibile, quella per intenderci che mai ha fatto ricorso al volto o all'identità di alcuno.
Si avverte come presenza che proviene da dietro alla spalla destra come fosse una proiezione nitida dell'ombra di una cornice vuota che porta disegni come quelli dei tatuaggi tribali.
Parla per metafore sebbene senza voce si spiega benissimo ed è quella che sa tutto del prima, del durante e del poi.
Chi guarda è sempre in alto, anche quando diventa l'entità che ha aggiunto al racconto l'immagine di una comparsa che emerge dal centro del riflesso della luna piena su un lago, nel momento che osserva la scena, benchè sia più bassa di chi la vede emergere diventa lei la predominante sul resto.
questo dettaglio è importante perchè il perno della vicenda è appunto la messa a fuoco.
una delle entità la si trova spesso a dialogare con vari sistemi con altre entità esterne ed estranee al racconto, diciamo che è un po' quella bizzarra che rompe le regole, che trasgredisce.
quella che invece spesso assume le mie sembianze è la meno "agente", osserva, sistemizza, raccorda, e solitamente resta un po' arretrata, in disparte.
l'argomento del racconto, come dicevo è molto vago, anzi del tutto privo di una trama.
il senso o il dato permanente è la messa a fuoco.
per progressivi passaggi nel corso dei mesi a volte il totale di quanto percepito si è giustamente sovrapposto quasi a rendere l'idea di un momento adatto per un inizio, ma a parte questi rari momenti tutto fa pensare che ciascuna parte cerchi in verità di affermarsi autonomamente, forse auspicando una convergenza ma sicuramente si può dire che nessuno si impegni per trovarla a tutti i costi.
anche la terza entità, quella bizzarra, la si può vedere chiaramente ma sempre di tre quarti e sempre come provenisse da dietro la spalla destra di chi osserva.
ecco. c'è chi so io che già solo da questo tesserebbe una storia incredibile, per rinforzare i concetti la farcirebbe di dotte citazioni (di cui gli sono e sarò per sempre grata).
forse invece io scrivo da perfetta introversa a questo punto direi solo per me stessa e con parole mie, ritenendo, nel mio caso, le citazioni scorciatoie, a cui infatti ricorro per far prima, ma che vorrei abbandonare soprattutto qui.
la mia ricerca, credo a questo punto, è quella di dire solo con parole mie in modo che almeno io capisca cosa voglio dire.
comunque tempo due mesi farcisco sto sogno e lo faccio uguale a come lo farebbe quel tipo che dicevo, intanto imparo una cosa che mi piace e poi nel farlo capisco di sicuro altre cose che servono alla messa a fuoco fino alla prossima sfocatura.

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