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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 7 dicembre 2013

disintegrati

li guardi e abbassano lo sguardo, gli parli e ti guardano con l'aria di chi ti sputa in faccia biascicando due lettere tanto per farti capire che è meglio se te ne vai.
evitano qualsiasi luogo di ritrovo tranne i loro da cui escludono chiunque sia di etnia diversa dalla loro.
mangiano, dormono, lavorano, muoiono e si seppelliscono come pare a loro.
arrivano da un paese di cui adoro tutto fino a tremila anni fa, tanto quanto lo detesto per la storia recente.
hanno un governo criminale che ignora i diritti civili, umani e tutto ciò ciò che regola la salute e il rispetto dell'etica commerciale e sociale, tanto da contribuire in modo determinante all'inquinamento del pianeta, alla diffusione di malattie e alla distruzione dei mercati e delle specie animali e vegetali del resto del pianeta.
e, ovunque vadano, invece di integrarsi e godere di ciò che in patria gli è negato che fanno?
esattamente lo stesso che farebbero in Cina, ritmi di lavoro compresi.
e così, oltre ai danni di una concorrenza sleale e scorretta nel mercato globale, ci becchiamo anche l'avaria e il sabotaggio di quella nazionale.
l'invasione di prodotti di scarsa qualità e nessun controllo di cui troppo spesso si scopre che fanno pure male, la produzione e la vendita a nero di oggetti taroccati, l'invasione e il presidio crescenti e per ogni dove di capannoni e negozi che spuntano come i funghi pieni tutti della stessa spazzatura e di individui accomunati dall'irregolarità, dalla frode e dal riciclo di denaro di dubbia provenienza, schiavi di non si sa bene quale aguzzino, ma comunque il più delle volte cinese anche lui.
e in tutto ciò dovrei piangere perché un magazzino su un milione prende fuoco o scandalizzarmi come fossi biancaneve che muoiano come topi solo in sette?
con tutto quel c'è in giro, guerre, guerriglie, conflitti e via andare, ci sono mille aspetti più angoscianti e dolorosi con cui affliggermi (non ultimo, come dicevo il riflettere sulle conseguenze che l'inserimento forzato di queste truppe del malaffare comporta).
ovvio ce ne saranno di onesti e avveduti, ma ciò non toglie che se il coraggio di lasciare una patria infame si traduce poi nel restare schiavi altrove, allora son fatti unicamente loro e francamente fatico a comprendere tutto questo improvviso stupore e raccapriccio per qualcosa che è a tutti ben noto e sopportato in nome della convenienza e della diplomazia.

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