li guardi e abbassano lo sguardo, gli parli e ti guardano con l'aria di chi ti sputa in faccia biascicando due lettere tanto per farti capire che è meglio se te ne vai.
evitano qualsiasi luogo di ritrovo tranne i loro da cui escludono chiunque sia di etnia diversa dalla loro.
mangiano, dormono, lavorano, muoiono e si seppelliscono come pare a loro.
arrivano da un paese di cui adoro tutto fino a tremila anni fa, tanto quanto lo detesto per la storia recente.
hanno un governo criminale che ignora i diritti civili, umani e tutto ciò ciò che regola la salute e il rispetto dell'etica commerciale e sociale, tanto da contribuire in modo determinante all'inquinamento del pianeta, alla diffusione di malattie e alla distruzione dei mercati e delle specie animali e vegetali del resto del pianeta.
e, ovunque vadano, invece di integrarsi e godere di ciò che in patria gli è negato che fanno?
esattamente lo stesso che farebbero in Cina, ritmi di lavoro compresi.
e così, oltre ai danni di una concorrenza sleale e scorretta nel mercato globale, ci becchiamo anche l'avaria e il sabotaggio di quella nazionale.
l'invasione di prodotti di scarsa qualità e nessun controllo di cui troppo spesso si scopre che fanno pure male, la produzione e la vendita a nero di oggetti taroccati, l'invasione e il presidio crescenti e per ogni dove di capannoni e negozi che spuntano come i funghi pieni tutti della stessa spazzatura e di individui accomunati dall'irregolarità, dalla frode e dal riciclo di denaro di dubbia provenienza, schiavi di non si sa bene quale aguzzino, ma comunque il più delle volte cinese anche lui.
e in tutto ciò dovrei piangere perché un magazzino su un milione prende fuoco o scandalizzarmi come fossi biancaneve che muoiano come topi solo in sette?
con tutto quel c'è in giro, guerre, guerriglie, conflitti e via andare, ci sono mille aspetti più angoscianti e dolorosi con cui affliggermi (non ultimo, come dicevo il riflettere sulle conseguenze che l'inserimento forzato di queste truppe del malaffare comporta).
ovvio ce ne saranno di onesti e avveduti, ma ciò non toglie che se il coraggio di lasciare una patria infame si traduce poi nel restare schiavi altrove, allora son fatti unicamente loro e francamente fatico a comprendere tutto questo improvviso stupore e raccapriccio per qualcosa che è a tutti ben noto e sopportato in nome della convenienza e della diplomazia.
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