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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 19 maggio 2014

una "boh?" di mano

mah!
capita, di rado, ma capita, che qualcuno mi proponga una stretta di mano a cui, di norma, mi adeguo con "viva e vibrante partecipazione", salvo pentirmi nel mentre.
la maggior parte delle volte la cosa si conclude con un sentimento interrogativo che apre diverse ipotesi, ma nessuna soddisfazione.
"ma come?" mi dico, "possibile che nessuno sappia più stringere la mano?"
l'ultima volta è successo che mi è proprio scappato un: "ma no! e dammi una stretta di mano come si deve!" e così il secondo destinato è stato avvisato dal primo: "attento è una stretta come si deve".
Come se centocinquanta centimetri di altezza per cinquanta di peso siano inidonei a prestare una stretta di mano degna del suo nome.
ora, per me, se decido di rispondere all'invito della stretta è per via del fatto che una qualche, anche minima, ragione vi sia.
una stretta di mano è cosa diversa dai "ciao, ciao, ciao... ecc, ecc." distratti e formali, o no?
è un contatto che prelude a una sorta di osmosi, unione di sangue o che so, comunque qualcosa che "comunica" un sé che per essere manifestato e compreso necessiterebbe di tempi e modi ben più prolungati e ancora resterebbero tanti punti ignoti sull'altro, la sua affidabilità e lealtà.
per come la vedo io, una stretta di mano è come un bacio.
senza pathos, ok, perché è un gesto tra estranei o conoscenti, ma pur sempre uno scambio che appartiene alla sfera intima e molto personale.
dunque 'dovrebbe' rappresentare ed esprimere una sorta di adesione o, quanto meno, vicinanza.
ragione per cui le strette di mano 'riservate': timide, mosce, viscide o quelle 'tiranniche': stritolanti, scrollanti, avvinghianti mi suscitano diffidenza.
e poi quelle 'incomprensibili' e cioè quelle che, proprio come avviene per certi baci quando sbatti di denti, sbagli lato o ti vien da tossire o ruttare, ti fan sentire 'monca' perché l'altra mano ti capita nella tua di traverso e, come quando sbagli a 'dare il cinque', l'unico significato che ne esce è un'espressione loffia condivisa con l'altro/a che rende un'unica certezza: quella che mai più proverai a stringere un'altra volta la mano a quella persona.
poi ci sono le strette 'massoniche', ma a quanto ho capito rientrano in quelle già definite, anche se, avendo vent'anni di meno, forse proverei a riconoscerle e classificarle.
al momento, mi rallegro di averle comunque riconosciute come 'anomale' e, come tali irrilevanti (per me).
e se ci penso, quante strette di mano appaganti e credibili ho mai avuto nella vita?
poche.



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