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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

venerdì 31 ottobre 2014

è già un grande sforzo d'immaginazione quello a cui devo ricorrere per farmi una ragione di quanto vedo e che ascolto, figuriamoci se dovessi pensare all'occulto.


l'invito alla fiducia nel futuro, o anche solo a un generico avvenire, ma anche fosse un semplice e inevitabile domani, inteso proprio come il giorno dopo ad oggi, diventa esercizio di tenace pazienza, sopportazione e contenimento di quel senso di nausea e voltastomaco che scatta automatico prima ancora che il cervello riceva ed elabori l'informazione, la notizia, la dichiarazione, il provvedimento.














quel poco che deve bastare a rendere i giorni degni di esser trascorsi è qualcosa che trovo fuori da quel mondo che ho intorno a me, in uno spazio che via via si restringe.

molto mi sfugge, perché altrimenti saprei trovare un barlume di speranza e fiducia.
eppure salvo i giorni, anche quelli che arriveranno, lasciando andare quel che fino a ieri era vitale perché connesso al fuori e faccio nuovo spazio per ciò che mi è singolarmente essenziale.
forse diventerò un'alchimista per trovare un elisir di lunga vita che mi dia modo di ricevere la visita di un mio simile, o più probabilmente costruirò un museo per i posteri capace di raccogliere quel poco che basta per rendere i ieri, gli oggi e i domani un flusso, invece di un attentato.

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