momentaneamente: 36_XVII__ S T R A T A G E M M I

lunedì 14 febbraio 2011

36_XVII__ S T R A T A G E M M I

Lanciare un mattone per ottenere una giada

Spiegazione:

Si può forse catturare un pesce senza un'esca allettante?

La formula dello stratagemma nasce da un aneddoto accaduto durante il periodo Tang allorché il poeta Zhao Gu si recò a Suzhou in visita al Tempio della Roccia degli spiriti. Un poeta locale, Chang Jian, si propose di sottrargli alcuni versi poetici. Così prima dell'arrivo di Zhao Gu, egli scrisse due versi scadenti sulla parete all'ingresso del tempio. In effetti quando Zhao Gu lesse quei versi dozzinali che urtavano la sua sensibilità poetica, non resistette e ne aggiunse altri due molto raffinati, completando così la poesia nel migliore dei modi.

Da allora si ricorda l'aneddoto dicendo che Chang Jian aveva "lanciato un mattone per ottenere una giada".

In Cina gli oggetti di giada vantano una lunga storia e una notevole ricchezza di significato. Nella giada gli antichi cinesi hanno riposto la loro ricerca della perfezione e le loro aspettative spirituali, per cui ancora oggi questi amano paragonare tutte le cose più belle alla giada, affidandole i propri ideali di vita.

Introduzione e indice

8 commenti:

Merlino14 febbraio 2011 alle ore 08:41
Buongiorno,
quanti ricord nascono da questo post....
La crociera sul iume di Giada,Pechino e gli artigiani che la lavoravano..il Buddha di Giada da due kg che ho portato di nascosto a casa!!!
Ma sopartutto il Museo di Shangai con opere favolose in quel materiale!!!
RispondiElimina
Risposte
teti90014 febbraio 2011 alle ore 08:52
RADIX
a che bello____ ! e quand'è che hai raccontato di questo viaggio?
io ill massimo che ho potuto vedere dal vero è stato il museo di arte orientale chiossone di genova, molto bello, ma comunque parziale:)
(e comunque non si rubano i buddha___ per lo meno io non lo avrei fatto, vedi mai che porti male!?)
RispondiElimina
Risposte
Anonimo14 febbraio 2011 alle ore 09:54
buongiorno

simpatica la storia del fregare i due versi al poeta...non so se è attinente ma mi ricorda quella "dello specchietto per le allodole"...^__^

ferikiko
RispondiElimina
Risposte
Amoon14 febbraio 2011 alle ore 10:01
io alle volte vorrei tirare un mattone a qualcuno ma perchè gli arrivi in testa, non per avere una giada...ahahah buondì
RispondiElimina
Risposte
teti90014 febbraio 2011 alle ore 10:05
FERIKIKO
tutto il mondo è paese ^__^
RispondiElimina
Risposte
teti90014 febbraio 2011 alle ore 10:08
AMOON
se vuoi ti passo i rifornimenti:))
non ho una buona mira:))
RispondiElimina
Risposte
Ariapura14 febbraio 2011 alle ore 14:09
Una mia amica turca dice "se vuoi avere un'anatra, regala un pollo".
A quanto pare in oriente è molto diffuso questo stratagemma, con varie interpretazioni.
E se noi regalassimo un primo ministro? :)))
Buon pomeriggio cara! :*
RispondiElimina
Risposte
teti90014 febbraio 2011 alle ore 14:17
ARIA PURA
miiiiiiiiii, non dirmi niente, mi ha rovinato la giornata!
volevo stare nelle giade tutto il giorno, invece mi ha fatto montare una carogna!!!
RispondiElimina
Risposte

Aggiungi commento

silenziosamente

La società contemporanea teme il silenzio, sente la necessità di coprirlo, annullarlo, negarlo creando città rumorose, luoghi di ritrovo frastornanti, momenti di solitudine anch’essi fitti di suoni (il cellulare che squilla, la musica dell’iPod nelle orecchie...).

Forse perché spesso silenzio diventa sinonimo di solitudine, isolamento, vertigine di vuoto. Eppure una lunga tradizione, che affonda le sue radici in un tempo lontano, dice che è ricchezza e non mancanza, pienezza anziché vuoto, gioia piuttosto che tristezza, nascita invece di morte.

Oppure accidia (ovvero: indolenza, inerzia, negligenza, tedio, ansietà del cuore) una forma di torpore o, secondo la traduzione della parola greca da cui origina, uno stato di noncuranza (a=non e kedos=cura), una mancanza di affezione, un senso opprimente di vacuità accompagnato da una strana noia irrequieta e insoddisfatta che prende di mira in particolar modo le persone solitarie e le assale specialmente nelle ore del mezzogiorno… continua a leggere

Henry Miller su Anais Nin

Sei così pronta, così intelligente.
Ma non mi fido della tua intelligenza.
Tu crei uno schema meraviglioso, tutto è al suo posto, e sembra chiaro in un modo assolutamente convincente, troppo chiaro.
E intanto, dove sei tu?
Non sulla chiara superficie delle tue idee, no, tu ti sei già tuffata più a fondo, in regioni più oscure, così uno pensa che tu gli abbia dato tutti i tuoi pensieri, ma lo immagina soltanto che tu ti sia svuotata in quella chiarezza.
Invece ci sono strati e strati - sei senza fondo, insondabile.
La tua chiarezza è ingannevole.
Sei la pensatrice che suscita in me più dubbi, più confusione, più turbamento.

epicuro

La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.