avevo raccontato che da 17 anni a 20 ho lavorato in una galleria d'arte d'avanguardia a milano, beh, all'epoca quindi ricevevo un bel po' di inviti e cataloghi di mostre dalle gallerie e dai musei che visitavo, corrispondenze che poi nel tempo hanno smesso di arrivarmi.
tranne quelle del museum fur gegenwartskunst basel appunto di basilea.
continuano implacabili senza mai più avermi vista dal lontano 1979. due volte al mese a casa dei miei che pazientemente mettono da parte i depliant che mio figlio ogni due mesi quando ci incrociamo mi da con un certo scazzo, dato che non si capisce perchè io non agisca per interrompere questi invii.
eh, non lo so perchè, son sempre così contenta quando li ricevo!
tra l'altro son scritti in tedesco, quindi guardo le figure e alcuni li tengo.
questo pierre huyghe è in mostra fino al 1° maggio nel caso qualcuno passasse da basilea, magari lo saluta da parte mia.
Carolina, nel frattempo mi sono informata:)
“Penso che il potere del linguaggio e, nell’arte, il potere di un’immagine, derivino da tutte le metafore, le analogie o le associazioni che sono in grado di ingenerare. Non è possibile controllare ciò che accade nella testa di un altro: è probabile che quella persona immagini cose che tu non hai per niente considerato. Questo è potere. Se non andiamo in questa direzione non saremo che semplici automi capaci solo di scambiare comandi” (Pierre Huyghe). Continua a leggere...
ma sono dei mega-manichini? mica male!
RispondiEliminaCAROLINA
RispondiEliminamega burattini?
ma boh? non mi viene voglia di indagare al momento, magari domani, stasera sono in stato di grazia:))
BIMBOVERDE
RispondiEliminadevono spedirne davvero tantissimi se nessuno si è mai preoccupato di sapere chi sono e che fine ho fatto!
mi chiedo se e quando si fermeranno!
Sublime post. Sono roso dall'invidia, a me non scrive nessuna istituzione d'arte. Solo roba più "tera tera".
RispondiEliminaTANKS
RispondiEliminabuona sera___ è perchè da 17 a 20 anni studiavi la matematica che direi è un po' più utile di un invito per una mostra che comunque ci si può sempre e facilmente procurare!
Non sò se me lo metterei in camera un lavoro come quelli di questo Huyghe, forse anche si ma non sarebbe un'opera in cui mi fermo a goderne contemplativo. Bello cio che si cava fuori dal link, le suggestioni che dall'opera emergono, tutte riavvolte attorno all'idea concettuale del linguaggio, è la cosa che piu mi affascina. Dalla dimensione di invisibilità che un'opera nasconde, come pure la possibilità di "narrazione infinita, cioè sulla storia e le sue possibilità, che emergono di volta in volta. Infatti, le storie che sembrano finite e chiuse, viste con gli occhi di Huyghe, assumono nuovi valori ed infiniti quesiti vengono posti negli interstizi della sua trama." Ecco, questo possibilità ossessiva che si dispiega ed apre ad un'infinitudine di possibilità. Una visione che mi intriga sempre per una sua applicabilità all'esistenza, al modo di vivere, al quotidiano.
RispondiElimina"..il tempo non è mai lineare, si espande e si contrae ed è estremamente personale. Va avanti e indietro, dando forma alla coscienza, inseparabile della percezione e dalla memoria con le quali è completamente intrecciata"
Sensibilizzare la vita alla percezione, credo richieda un'attività del pensiero insostenibile, però quelle parole danno un'idea sia di quel che facciamo incessantemente sia dell'incoscienza con cui, attraverso l'inconscio viviamo. La costruzione dell'immaginario, cosa che mi intriga un bel pò, la penso come costante opera d'arte che si svela allo sguardo.
Dice "è come una canzone cantata in una lingua sconosciuta che ci prende e ci trascina in luoghi oscuri e trasmette sensazioni diverse senza capirne esattamente il senso, la sua poesia; e in cui la verità non viene mai esibita e svelata del tutto. L’Arte non ha un linguaggio determinato ma diviene processualità di un fare."
Concetto o visione che mi calza, anche questo, che poi un po svela quel che mi è congeniale e tratto di personalità. Ciò che non è detto, ma solo insinuato, come una tenda appena scostata. Quel processo che si innesca tra l'esibire e lo svelare, l'ambiguo, quello stato della mente, tortuoso ed inesplorato che si apre al vuoto, "ai campi non saturi della ragione". Poi magari è tutta una sega mentale e la vita continua ad accadere diversamente però mi prende.
“Bisogna giocare con la lingua, sovvertire i racconti. Il sapere selvaggio è sempre altrove, è troppo diffuso per farne un’immagine, dunque non è inquadrabile, è fuori dalla portata degli strumenti di percezione”.
Terrrò di gran conto a questa visione di Huyghe.
L'articolo è lungo e da qua adesso mi devo spostare. Bello però.
"Non sò se me lo metterei in camera un lavoro come quelli di questo Huyghe, forse anche si ma non sarebbe un'opera in cui mi fermo a goderne contemplativo"
RispondiElimina___ sì, dipende dai momenti, della vita intendo dire, come facciamo per i libri e i cd, raccogliamo quadri, statue, architetture e li archiviamo in una sorta di galleria d'arte mentale che visitiamo o meno e che ci piace aver lì da parte.
___ ho sempre sognato di vivere in un grande castello per poter disporre di una stanza per ogni pensiero. una stanza vuota tranne un quadro, una musica, un profumo, un libro, meglio una sola pagina e un albero.
"Bello cio che si cava fuori dal link, le suggestioni che dall'opera emergono, tutte riavvolte attorno all'idea concettuale del linguaggio, è la cosa che piu mi affascina. Dalla dimensione di invisibilità che un'opera nasconde"
___ ma linguaggi sono infiniti e mutevoli.
___ Il verbale è uno e per altro il più parziale sia per chi lo usa e sia per chi ne fruisce dato che solo il 7% di ciò che apprendiamo dal linguaggio ci arriva e viene (forse) compreso, il che spiega come mai a rileggere qualcosa spesso di ha l'impressione di coglierne aspetti sempre diversi.
"Ecco, questo possibilità ossessiva che si dispiega ed apre ad un'infinitudine di possibilità. Una visione che mi intriga sempre per una sua applicabilità all'esistenza, al modo di vivere, al quotidiano".
___ Queneau? Esercizi di stile?
"Sensibilizzare la vita alla percezione, credo richieda un'attività del pensiero insostenibile, però quelle parole danno un'idea sia di quel che facciamo incessantemente sia dell'incoscienza con cui, attraverso l'inconscio viviamo. La costruzione dell'immaginario, cosa che mi intriga un bel pò, la penso come costante opera d'arte che si svela allo sguardo".
___ ossessivo infinito ricorrente, variabile percepito, insostenibile incessante inconscio, intrigo ambiguo, svelare tortuoso, inesplorato vuoto saturo continuo ___ ma si pensa e si dice "costruzione dell'immaginario"?
___ sa di fabbrica, "visione dell'immaginario" oppure, vediamo___ "descrizione dell'immaginario"? "rappresentazione"?
Concetto o visione che mi calza, anche questo, che poi un po svela quel che mi è congeniale e tratto di personalità. Ciò che non è detto, ma solo insinuato, come una tenda appena scostata. Quel processo che si innesca tra l'esibire e lo svelare, l'ambiguo, quello stato della mente, tortuoso ed inesplorato che si apre al vuoto, "ai campi non saturi della ragione". Poi magari è tutta una sega mentale e la vita continua ad accadere diversamente però mi prende.
___ seghe mentali tanto quanto concepire di fare un buco al centro esatto del polo per vedere l'affetto che fa al pianeta, ma molto meno pericoloso il tuo esercizio.
___ personalmente lo preferisco dato che tra le tante volute ogni tanto le rispettive visioni di incontrano come fossero due orbite che piuttosto che intersecarsi e configgere, meglio che viaggino parallele.
___ al prossimo giro di giostra, grazie a te:)
...cacchio...credevo ci fosse un burattinaio a comandare i fili...ed invece mi accorgo che anche lui deve render conto :))) ciao
RispondiEliminaGIOVANNI
RispondiEliminacacchio lo dico io!
son chiusa fuori di casa tua___ poi non dire che non mi faccio vedere che mi sono anche appesa ai rami e il tram mi ha quasi portato via:(