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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

sabato 3 settembre 2011

buono a sapersi!

alessitimia
[a-les-si-ti-mì-a]

SIGN In psicologia, disturbo specifico nella traduzione delle proprie emozioni in parole

composto dal greco: [a] negazione [legein] dire [tymos] emozione, coniato nel 1973 dallo psicanalisa Peter Sifneos. Non dire le emozioni.

È grande la lusinga dell'avere la parola precisa e misurata per ogni fatto della
vita: a maggior ragione è necessario stare in guardia.
Nella fattispecie, l'individuazione di una simile incapacità in maniera puntuale - ossia l'incapacità di esprimere verbalmente le proprie emozioni - può essere spesso sentita come un'esigenza stringente. Quante volte ci si è ritrovati incapaci di trasmettere un universo di sentimenti, o abbiamo parlato con qualcuno che non era in grado di spiegarci quel che provava?
Ciò nonostante è una parola scientifica, che indica un disturbo specifico in un ambito specifico, ma che soprattutto - come la maggior parte delle parole "artificiali" - non ha niente di umano: ha l'asepsi sterilizzata del lessico medico, del lessico psicopatologico. Davanti ad un problema del genere, se si parla di alessitimia, dove sono la bestialità, la paralisi, la solitudine che lo generano?
È parola buona, buonissima per gli psicologi - ma fuor di diagnosi non resta che un parolone dimentico di
empatia e compassione.
E se mi è concessa una riflessione più ardita, forse sono più proprie dell'uomo le attribuzioni vive, che pongano l'accento sulla sua situazione
positiva, nel bene e nel male, piuttosto che le attribuzioni che misurino la sua distanza dalla normalità.

stamattina mi alzo di buon ora con in testa il solito carico di pensieri e parole, apro la posta, la parola del giorno, hoibò!
quando leggo di patologie della mente difficilmente evito l'empatico ipocondrismo e di solito mi dico: "ce l'ho!"
questa poi! mannaggia lo dico sempre che le emozioni non le racconto preferisco viverle, allora ho scartabellato sul web e sì un po' sarà pure così, compresa la fuga nella solitudine, ma nella scala delle classificazioni psichiatriche che mi attribuisco l'alessitimia è a margine.
in effetti a detta degli esperti sono stramba ma non patologica o forse ho una sindrome rara e ancora ignota, chissà?
(se c'è qualcuno che ha il sospetto di essere alessitimico/a, ci sono vari libri sul tema)

gli I Ching di oggi comunque ammoniscono, intimano e suggeriscono:

Tsui: Il Riunirsi,
Adesso è per te opportuno riunirti con altre persone e procedere insieme agli altri nella realizzazione dei tuoi progetti e affari. Tieni presente che in un gruppo sono sempre da considerarsi idee e aspettative differenti l'una dall'altra. Ti converrà quindi evitare pretese eccessivamente esose.


esosa? e quando mai, allora! mettetevi d'accordo! o sono alessitimica o sono esosa!
a più tardi, riunisco emozioni e poi vengo a dirle:)

Intanto segnalo grande post CLICK!


11 commenti:

  1. non penso di avere mai avuto questo problema, se non in rare occasioni, infatti di solito ho quello opposto e delle mie emozioni ne parlo anche troppo. forse perchè non le vivo che dentro di me?

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  2. GUCHI
    per quando torni forse ho la risposta:)

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  3. bene, anche se esserti persa lo yoga demenziale è un bel problema.

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  4. ecco. passerò la giornata pensandomi alessitimiaco.

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  5. PIER
    pensa che casino avessimo scelto quella parola per giocare!

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  6. Me l'hai fregato. L'avevo letto anch'io stamattina. Ho parcheggiato un post nelle bozze con alcune delle parole del giorno. Stamattina mettevo un commento nel blog di Cartisea. Aveva messo una parola: "Vagheggiare". In fondo son proprio quelli di quel sito la ad ispirarmi. Spero che Cartisea non si sia offesa ma a quella parola ci ho dato contro. Al di la della parola e alla bellissima spiegazione che in genere ne danno in quel sito, ciò che mi ha affascinato e mi affascina è proprio, ogni volta avvertire la potenza che ha una parola, di per sè, senza che noi andiamo a cincischiarci attorno, la parola di per sè, senza altre che ne fanno un discorso. Come in questo caso dove diventa discorso. D'altronde è a noi impossibile resistergli. La parola colpisce ogni volta. Evoca rimandi che ci contemplano e convocano. L'italiano dicono sia una lingua imprecisa. Permette una combutta di eccezioni, di aggiunte, di interpretazioni. Lingua che allora rispecchia un carattere nazionale poichè nella sua indole c'è questo lasciare sempre qualcosa all'ambiguo, a cio che non è definitivo, pereciso, che ne so? come il tedesco ad esempio. Forse ne fa una lingua prosaica e poetica per questo. Parola precisa e misurata per ogni fatto della vita, dice di alessitimia (parola che non mi piace, che definisce un disturbo, che suona male come la gran parte dei termini medici)Io sono uno che non sa usare parole precise. Apro un file per dire qualcosa. Posso infine essere preciso ma verboso, facilmente mi perdo. Mi vien da seguire vie collaterali e andare a finire altrove inseguendo nuove suggestioni. Penso che il modo in cui scriviamo o raccontiamo le nostre emozioni ci descriva piu di quanto diciamo. Le emozioni se non te le riracconti non le vivi pienamente, io credo. Non subiscono quella trasformazione o manipolazione che la tua testa le chiede. Rimangono vaghe, eteree e in breve si disperdono nell'aria dei cunicoli della tua mente. Vanno fissate, gli vanno attribuite parole, fatte diventare un racconto. Noi non siamo altro, alla fine, solo un racconto, un'epitaffio alla fine

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  7. SIMURGH
    siamo entrambi incantati da quel posto e ce lo contendiamo benevolmente si intende, come dire senza ben inteso voler mentire che lo tendiamo insieme più che combatterci:)
    nei canti o in tende alleati in mari di carta (se la CARTI si adira dille che ti manda la sorella Cip:)

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  8. CARTISEA
    se passi di qui hai commenti anche nel precedente:)

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  9. divergente divago
    ma non mi adiro ! :)

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