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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 27 ottobre 2011

effetto cartavetrata

ho cominciato a lavorare con le forbici, ma non facevo la sarta.
mi occupavo di grafica e allora all'ideazione seguiva una paziente composizione di colori, lettere e forme attraverso l'intaglio della carta, delle mascherine, dei caratteri.
i tempi erano più o meno simili a quelli necessari a produrre lo stesso risultato con il computer.
ma il tutto risultava essere più "caldo" se confrontato a un elaborato informatico.
ho fatto un po' di fatica a passare al digitale, mi sembrava che snaturasse l'estro e la creatività oltre a rivoluzionare la fase concettuale del progetto.
usando la carta potevo muovere le forme e con esse il pensiero, stessa cosa con il mouse, ma nel primo caso il coinvolgimento corporeo era maggiore, non limitato a una, due comunque non più di dieci dita anzi polpastrelli.
altro pregiudizio il fatto che la definizione del prodotto grafico risultasse di molto inferiore a quella ottenuta tramite le procedure usate fino a quel momento.
ma i tempi cambiano e così mi sono adattata.
sono passati più di vent'anni per tornare all'alta definizione e nonostante questo sia le immagini e sia i suoni prodotti dal computer mantengono una maggiore distanza da quella che ci trasmettono la visita a un museo o la partecipazione a un concerto.

mi sono abituata alla bassa definizione che rende appena l'idea del soggetto animato o fotografico, ai rumori che sporcano i suoni, ai copia e incolla dei libri.
il tempo di attenzione è scesa da una soglia che venti anni fa era di circa quaranta minuti e circa sessanta secondi.
effetto cartavetro su tutto.
non so quanto ci faccio caso nella quotidianità, ma all'improvviso ho sentito avversione per quello che ho sotto agli occhi quando apro il pc, ascolto la musica, leggo un libro.
avrei voglia di riprendere in mano i classici, se non fosse che non sono più abituata a quel linguaggio e a quelle immagini e invece ho voglia di leggere parole meditate, vergate su carta e poi stampate, pensando forse così di liberare la mente dal sospetto o dalla sensazione di aver già letto quella frase o di riconoscere quello schema di costruzione del testo.
Oggi mi sono goduta "lo zen e la cerimonia del tè" ho ritrovato quello che intendo dire parlando di contenuto del pensiero che, successivamente, passa nella scrittura.

tra le pagine dei libri "moderni" diciamo scritti dopo i primi anni '80, leggo su tutto quello che per intenderci potremmo chiamare il packaging.
come al supermercato come fosse una busta di prodotti alimentari da mettere nel forno e consumare: allettanti, ben confezionati, veloci assemblamenti.
tutto sfocato o solo accennato contando sui fattori che concorrono a rendere appetibile a colpo d'occhio, d'orecchio e di cervello qualsiasi insulsa schifezza di cui costruiamo un'immagine, un suono, un'aroma, un senso anche se non li ha. solo perché chi li ha ideati ci ha saputo fare con le parole, le note, i colori e la natura umana.
poi piace ai più quindi deve piacerci per forza, o al contrario, piace a pochi e allora ci piace per via del valore aggiunto dell'appartenere a una nicchia.
ma abbiamo davvero tutto questo bisogno di così tante sovrastrutture culturali e stimoli a bassa definizione?
ma quanto durano queste passioni e questa attrazione per quello che ieri sembrava aver aperto un mondo già superato oggi?
possibile che ogni giorno si aprano nuovi mondi sconosciuti, arrivino rivelazioni fulminanti e così tanto interessanti?

mi spiace parlare come una matusalemme, ma così non va mica bene.


6 commenti:

  1. "...solo perché chi li ha ideati ci ha saputo fare con le parole, le note, i colori e la natura umana": appunto, viviamo nell'era dell'aria fritta.

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  2. GUCHI
    fumo di aria fritta, speriamo non si appiccichi ai vestiti e ai capelli.
    bisogna fare qualcosa.
    vedrai che adesso passa qualcuno e mi dice: "prova a stare zitta":))

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  3. Il tempo necessario a comporre la grafica con il lavoro manuale era tempo di pensiero attivo che il computer ci ha rubato. Dovremmo veramente tornarci. E ad altissima definizione !

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  4. io guarda pur non avendo l'età di matusalemme (anche se recentemente mi hanno dato del vecchio) alle volte rimpiango la vecchia pellicola...trasmetteva emozioni quando si scattavano le foto invece dell'attuale macchina digitale. Grazie dello strappo alla tua regola e per la tua adesione

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  5. AMOON
    ma ti ho spiegato che ci sono anche se non ci sono:)

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