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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 12 dicembre 2011

la città curva

Avrei davvero voglia di tornare a vivere in città di tanto in tanto.
Una due volte alla settimana sono costretta ad andarci, ma è ogni volta diversa da quella che vorrei vedere.
Vorrei trovare una città vuota, deserta.
Mi mancano l'arte dei palazzi, i musei, i vicoli, le atmosfere vissute delle pietre consumate dei marciapiedi e degli scaloni, i glicini che corrodono i ponticelli tra una casa e l'altra, le persiane che cadono a pezzi, l'apprensione per i rumori dei passi e dei vocii dietro le spalle, lo scuro che fa ombra al grigio dei muri ignorati dal sole e gli immancabili panni stesi che hanno tutti lo stesso scolorito e polveroso incolore che a guardarlo secca le narici.
Le esposizioni colorate della verdura di fruttivendoli invisibili e schivi nascosti dietro la cassa in fondo ai vani umidi e ammuffiti in cui ricoverano patate, cipolle, scatole di pelati dall'etichetta rosicchiata dai topi e i sacchi di riso e di mais anneriti dai loro escrementi.
I gatti che scappano inseguiti da pantegane grosse come cuccioli di alani, ma molto meno eleganti, l'odore della focaccia e dell'olio rancido delle fritture di pesce esposte nelle vetrine unte insieme a polpi e panisse che, schifati persino dalle mosche, implorano la loro fine in discarica.
Il lungo mare in una giornata di burrasca spazzato dalla schiuma che ritirandosi strappa via la maggior quantità di sassi che riesce a caricare nella risacca per depositarli poi chissà dove, forse li inghiotte per pietà, fa il suo lavoro di erosione così che un giorno resti solo l'acqua salata su questo pianeta. La piazza con la fontana spenta, il porto senza le barche, le strade senza auto, nessuno solo io me e i belzebù.




La città curva*

Segue le pieghe del terreno, ma curvo è diverso da gobbo.
Ogni manifestazione è più curva che dritta:
Dal ciclo del tempo e delle stagioni, dalle costellazioni alla montagna, dalle anse di un corso d'acqua al drago che gira su se stesso, dal flessuoso accovacciarsi della tigre prima del balzo ai giri che l'uccello descrive nel cielo, ai contorcimenti del tronco di un vecchio cipresso.
La bellezza è più curva che dritta:
I fiori più leggiadri che mai su un sentiero curvo.
L'allegria è più curva che dritta:
Gli amici seduti a bere lungo i meandri di un ruscello si divertono di più.
Gli oggetti e tutte le cose sono più curve che dritte:
I lati nascosti nelle cose, il cuore e i suoi angoli segreti, le complicate svolte negli affari, le parole degli uomini dagli inestricabili significati moventi.
Di un buon artista diciamo che è padrone dei segreti del mestiere e di chi ha raggiunto in una questione d'interesse e lavoro un saggio compromesso o superato una difficoltà, diciamo che ha aggirato la posizione.

Esistono tremilatrecento regole dell'etichetta chu (un modo per fare riferimento agli esempi storici applicabili a supporto del pensiero racchiuso in questo estratto dell'antologia di antichi scritti cinesi in cui l'idea centrale è volta al principio della non resistenza attraverso la contrapposizione fra l'attacco frontale e  il metodo indiretto, l'esser nascosti in confronto all'essere in piena luce, la riservatezza piuttosto dell'esibizionismo).


La combinazione di diritto e di tondo nelle arti come nell'industria o in tutte le faccende e i rapporti umani dà i risultati migliori.
L'arco è curvo ma la freccia è dritta, l'albero della barca è dritto ma le vele devono piegarsi.
Nel pescare abbiamo la lenza ben tesa e l'amo che è curvo e in architettura il filo a piombo e la riga ma anche il compasso.
Nell'amicizia e in politica a volte è meglio accennare un concetto invece di dare un consiglio diretto così come a volte è eccessivo applicare le leggi in modo rigido o capita di derogare ad esempio come un padre può fare per un figlio.

La curva è tuttavia da preferire perchè a tutti piacerebbe guidare grazie a consigli franchi, aperti e sinceri, ma sia governanti che amici li ignorerebbero.
Ho tentato di vivere secondo principi severi ma la società mi ha accusato di mancare di tatto e in un mondo fatto così l'uomo come può tenere la testa alta contro il cielo o calpestare la terra con passi sicuri?

Così mi sono piegata, inchinata cerimoniosamente e cautamente seduta in un angolo.
Al più mi aggiro intorno a un argine finchè trovo un luogo dove guardare il paesaggio.
Mi piego in due nel sonno per riposare, piego il corpo o il braccio per portare un fardello, piego le gambe per sedere a terra, il collo all'indietro per guardare il sole.
(La mia rigidità sta proprio nell'esser curva ad ogni costo, nell'esser cazzuta e ritenere che sia _per me_ salubre cercare la pace, la calma, fosse anche nel niente, anche a costo di pagare con la solitudine e il carcere questa che è al momento l'unica condizione che posso scegliere invece di finire in un colpo secco la vita che mi concede solo la perdita, la rinuncia in favore di qualcosa che vorrei un giorno qualcuno potesse dire di qualche significato e valore) 

Facciamo tutto in modo indiretto: aggiriamo l'ostacolo, rispondiamo eludendo la domanda, accettiamo compromessi, ci arrendiamo alla violenza, sopportiamo la malattia e il dolore, schiviamo coloro che ci offenderebbero, cediamo in tempi di caos e tumulti.
Hai difeso bene il cirvo _riconobbe l'amico_ Il grande poeta Tao Yuan Ming piegò a volte la schiena in un inchino , e Confucio stesso amava dormire con la testa posata sul braccio ripiegato. Già, già, quel che hai detto è giusto.

Alla fine del testo l'autore, Lin Yutang, aggiunge le sue considerazioni che annoto qui fosse anche solo per il modo in cui si fa apprezzare nello scrivere al pari degli autori da lui raccolti.



*liberamente tratto da: Importanza di capire di Lin Yutang come il precedente CLICK 


13 commenti:

  1. EVENGREENBOY :)
    purtroppo certi profumi mi riesce impossibile avvertirli è il mio rimpianto da quando sto in campagna.
    se penso alla frutta e verdura mi viene subito in mente il fruttivendolo della maddalena, se penso alla focaccia alla mia prima casa proprio di fronte a un forno in san bernardo, se penso al pesce al pescivendolo di canneto il lungo (quello in alto), se penso alle matite mi viene in mente la cartoleria del paese dove sono nata, se penso ai libri mi viene in mente liguria libri & dischi che adesso non c'è più e ci sono un sacco di odori che mi portano a spasso se ci penso.

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  2. secondo te curva ed elasticità possono essere sinonimi?

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  3. GUCHI

    ╰╮╯╭╰╯╮╭ ╭╯
    uhmm quanto tempo ho per rispondere?

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  4. ti faccio la scorciatoia: ciò che si dice della curva rispetto all'adattarsi, io l'ho sempre chiamato elasticità. mi pare che le cose coincidano. o no?

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  5. GUCHI
    ma se lo sai cosa mi chiedi???
    ^__^
    beh, per taluni aspetti si assomigliano, proprio sinonimi non saprei, ma è importantissimo definirlo?

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  6. no, era solo per capire. tanto non ho niente di meglio da fare!

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  7. GUCHI
    ahahah e allora perchè non mi dici invece la storia del dente avvelenato?

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  8. ci scriverò sopra un post, visto che è avvelenato abbastanza. niente di grave, comunque, riguarda un branco di persone che, malgrado siano fornite di macchine costose e raffinati obiettivi, non vedono più in là del proprio naso. anche il nostro amico qui sopra li conosce.

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  9. GUCHI
    chissà cosa ti hanno fatto di male!
    vabbhè!
    aspetto:)

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  10. mah, non so, probabilmente non sono loro a essere sbagliati, ma io. oggi battibecco con tutti. ho detto quello che pensavo a certi bei soggetti tramite il sito del giornale locale, e naturalmente sono io che sono un'ingenua che non ha capito nulla della minaccia islamica, ho fatto una battuta a una tizia per un commento su di un blog e quella non ha perso occasione per azzannare... insomma, vedi che alla fine la scelta migliore che posso fare è quella di restare ferma e zitta dentro la mia grotta? interagire con gli altri esseri umani è sempre e solo una dannata seccatura (quando va bene)

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  11. GUCHI
    fai bene!
    e poi litigare ogni tanto fa bene;)

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  12. "curvo non è gobbo", come non condividere, direi che sono due concetti agli antipodi: gobbo è sinonimo di sgraziato, curvo al contrario fa pensare a un andamento elegante, quel seguire e adattarsi alle pieghe del terreno o anche al gesto di una mano nell'aria.
    La nostalgia per la città di mare (che immagino ligure) espressa con immagini così particolari e vive, è la cosa migliore che ho letto di te. complimenti.
    massimolegnani
    (a dimostrazione di quanto condivida l'affetto per la linea curva opposta alla durezza della retta o del cerchio ti rimando a: https://orearovescio.wordpress.com/2013/06/19/la-linea-curva-che-non-sara-mai-cerchio/)

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    1. è che ho cominciato il blog nel 2010 quando ne seguivo una trentina ed ero altrettanto seguita, poi uno ad uno si sono persi e per un paio d'anni avevo ancora qualcosa da raccontare fino ad ora che continuo più che altro per 'archiviare' annotazioni ai vari capitoli seguendo fili tutti miei anche perché mancano nuovi stimoli, anzi, perché ho smesso di cercarli.

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