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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

giovedì 2 febbraio 2012

Suicidi esemplari



La cosa migliore che la legge eterna
ha fatto è che, avendoci dato 
una sola entrata nella vita, 
ci ha procurato migliaia di uscite.
(Seneca, Lettere a Lucilio)

E' la storia di un suicidio a tappe.
Comincia più o meno a sette anni cadendo da una ringhiera in un dolore mai provato prima, si perde una piccola parte, come morta.
A undici anni quando un'onda trascina sotto l'acqua facendo rotolare e portandosi via i flashback di quella breve esistenza e nonostante il salvataggio, una seconda piccola parte sparisce.
Tutto tranquillo fino ai sedici anni quando perde la sua verginità, poi a diciotto si perde un altro pezzetto di sè iniettandosi un po' di veleno, poco poco, quel tanto che basta per suicidare quella parte che altrimenti avrebbe finito per uccidere del tutto la sua mente.
Certo l'idea di farla finita tutta in una volta sola era attraente, ma poco praticabile.
Soprattutto mancava la tenuta e la determinazione, l'idea era affascinante come tale, tuttavia mancava di una forma altrettanto nobile e soddisfacente.
Meglio allora procedere per tappe.
Aveva un albero genealogico  pieno zeppo di pazzi e suicidi quindi il passato si era in buona parte già suicidato da solo, certamente quel gene proveniva da lì e grazie ai racconti di quelle vicende poteva trastullarsi e immedesimarsi in molteplici situazioni così da immaginare un gran numero di modi e ragioni per farsi fuori a pezzetti.
L'occasione meglio congegnata se la procurò facendosi venire un accidente di quelli grossi tale da fornire un brandello vero di carne da buttare, ma anche quella volta andò bene.
Il colpo maestro lo fece poco prima dei cinquant'anni scegliendo di andare volontariamente a seppellirsi viva in un eremo dove parlava solo con gli alberi e gli uccelli, a volte con i ramarri, i gechi, i ragni e le api.

E lì che avvenne la prova del fuoco che fu un po' come quel giorno dell'onda assassina.
La cosa durò più a lungo e ci fu tutto il tempo per rivedere le scene della vita che ancora riusciva a ricordare per via che ormai i precedenti tentativi avevano relegato tante cose di sè nel fondo della fossa su cui in bella mostra era già stata deposta una lapide alla memoria.
Mai detto è più appropriato perchè qualche tempo dopo successe che ebbe una sorta di svenimento mentre percorreva in bici i tornanti verso casa. Cadde e la sua memoria delle ore precedenti e di quelle successive andarono a unirsi a quelle già affogate in un pozzo senza fondo.
In qualche modo anche la perdita dei sensi del gusto e dell'olfatto di qualche anno prima era parte di un piano diabolico che qualcosa di sè complottasse o cercasse di realizzare sebbene accontentandosi di farlo a spizzichi e bocconi.

Ci conoscemmo che stava per compiere i 55 anni, mentre leggeva seduta davanti alla finestra libri di tecniche e teorie sciamaniche per imparare a interrompere il respiro.
Mi disse che aveva già suicidato gran parte di sè, che ormai era più l'ombra di un fantasma di quella di una persona in carne ed ossa.
Ricordo che ogni tanto sobbalzava, allora chiesi perchè e mi rispose che niente, che a volte era come se si sentisse il personaggio di un sogno e allora perdeva il battito e si illudeva di essere già nell'altro mondo.
Quindi doveva sforzarsi così da rendersi conto che no, che c'era ancora o almeno il cuore batteva, segno che o c'era già stata una reincarnazione o era ancora in vita.
Ogni tanto suicidava una parte inutile, altre volte quella che avrebbe potuto servire a qualcosa, per esempio a sentire che c'era un'altra possibilità, ma sostanzialmente a quel punto riteneva già di essere sulla strada per finire quel suo lavoro alla prima occasione.


Più o meno, le storie di "Suicidi esemplari" di Enrique Vila_Matas, sono strutturate così.
Io però sono di certo molto meno brava di lui nel raccontarle. Questa è una pura invenzione del tutto estranea al suo libro, ma avrei guastato il piacere di leggerlo se lo avessi descritto riferendomi alle sue invenzioni e alle sue metafore.
Niente di "depressivo" anzi è un libro divertente e molto, molto originale.

10 commenti:

  1. Risposte
    1. già, ce l'ha mesa tutta per farsi fuori, ma è sempre qui!

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  2. il casino poi, del suicidio esemplare dico ... è che anche se ti fanno i complimenti ... insomma ci siamo capiti ...
    eh son soddisfazioni

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    1. e forse l'aspetto più interessante e insolito del libro è proprio quello di raccontare gli aspetti più nascosti e paradossali addirittura comici in un certo verso.
      pensa che a un certo punto cita il racconto di tanizaki di cui avevo detto a proposito delle orme dei piedi.
      sono simili sti due, in quanto a menefreghismo delle convenzioni e della religione e anche per la visione surreale che danno anche agli aspetti solitamente ritenuti impopolari o tabù.

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    1. beh, come ho detto a PIER è particolare. solo che credo sia fuori catalogo, a me è capitato per via che una libreria aveva messo fuori i sellerio a due euro cad. e allora ne avevo approfittato. l'autore, di cui è il primo libro che leggo, pare essere considerato molto bene, dunque forse val la pena di leggere qualcosa di suo se questo fosse introvabile. ciao!

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  4. Risposte
    1. so può pensare a masoch, altri hanno detto che sembra il soccombente o un'autolesionista.
      chissà chi è?

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