parole scritte
cancellate per sempre
quelle intese
e ascoltate
revocate ed elise
come sperdute
senza un eco
nel silenzio del niente
invisibile
com'è sfocata
mentre si allontana
una figura
dai cento volti
assenti sordi muti
irriverenti
che pietiscono
il fianco da colpire
così per gioco
spiando le menti
rubando gli affetti
rubando gli affetti
a cambio zero
alte pretese
attenzione totale
come par loro
a tempo fisso
a tempo fisso
e nell'ultimo sguardo
son stupefatti
così increduli
che quel morso letale
sia restituito.
Il Renga è una composizione “a catena” (il termine “Renga” in giapponese significa infatti “verso collegato”)
E’ una forma poetica che si sviluppò in Giappone a partire dal XII secolo, in un primo tempo come passatempo e diventando successivamente arte seria: è generalmente una forma a più mani.
Alcuni poeti (in genere tre, ma esistono casi di un unico autore) iniziavano il kami no ku (emistichio superiore, 5-7-5 sillabe), e lo shimo no ku (emistichio inferiore 7-7 sillabe), fino a formare un renga di cento ku (il ku è la parte che ogni poeta compone in successione).
Dato un primo verso come tema, aggiungevano versi da 14 o 21 sillabe; tali versi erano poi associati "a catena", il primo verso con la composizione precedente e l’ultimo con quello successivo. In seguito il renga si trasformò in "haikai renga", ossia in composizioni a catena di poesie contenenti 17 sillabe. La catena poteva arrivare a comprendere anche decine di strofe. Non si trattava comunque di una concorrenza poetica ma di un dialogo fra autori.
Nel mio caso la "spalla" è il Drago (o viceversa).
e io che pensavo al cantautore ... meglio se mi concentro sullo stormo di cicogne
RispondiEliminaahahah, magari da morto, perchè Renga per ora lo detesto:)
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