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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 3 giugno 2012

la stella variabile della paura


PAURA SECONDA
Niente ha di spavento
la voce che chiama me
proprio me
dalla strada sotto casa
in un’ora di notte:
è un breve risveglio di vento,
una pioggia fuggiasca.
Nel dire il mio nome non enumera
i miei torti, non mi rinfaccia il passato.
Con dolcezza (Vittorio,
Vittorio) mi disarma, arma
contro me stesso me.



«In astronomia si conoscono le stelle variabili. L’ho scoperto così: una sera accendo la TV e sento parlare di stelle variabili, e mi son detto, ecco è questa la cosa che io cercavo di esprimere. Detto in parole molto povere, queste stelle variano nell’intensità della loro luce, o addirittura scompaiono nel cielo, a seconda della posizione rispetto alla Terra. Su questo tema della variabilità, della contraddizione, delle cose come ti appaiono e del loro rovescio, si è formato tutto il libro»



sonni tranquilli, come pensavo sono demoni esterni, di mio soffro poco la paura.
ne ho solo una grande ed è quella della paura, così per evitarla mi metto al riparo attraverso strategie di autocontrollo e autoconvincimento.
cosa ho da perdere? cosa può succedere altro che morire? e morire cos'è altro che l'inevitabile destino? oltre a me stessa, chi potrebbe spaventarmi così tanto da provare paura?

PAURA PRIMA
Ogni angolo o vicolo ogni momento è buono
per il killer che muove alla mia volta
notte e giorno da anni.
Sparami sparami – gli dico
offrendomi alla mira
di fronte di fianco di spalle –
facciamola finita fammi fuori.
E nel dirlo mi avvedo
che a me solo sto parlando.
bq. 
Ma
non serve, non serve. Da solo
non ce la faccio a far giustizia di me.




ricordo così quel percorso in cui ovviamente "non" ci sono perchè
allora guardavo fuori di me, dove io "non" ero
la prima volta che ho avuto paura è durata un anno.
avevo quattro anni e andavo all'asilo da sola così attraversavo tutto il paese dove sono nata e la paura mi ha aspettato fino a quando la neve, che allora cadeva copiosa più di adesso, è scesa nella notte e all'ora che sono uscita già era stata spalata così che a me sembrasse di camminare in un tunnel lungo un percorso guidato di cui vedevo solo le pareti bianche così alte da nascondere i riferimenti visivi che d'abitudine accompagnavano il viaggio e che mi sembrava si stringessero tanto da stritolarmi così da sparire fino al disgelo.


allora ho conosciuto in forma consapevole la paura e anche la mia tenacia e cocciutaggine.
senza sapere che si trattasse di coraggio, ma più per senso del dovere per l'impegno preso verso quel "compito" di andare all'asilo, ho continuato a camminare sottobraccio alla paura come fosse un semplice disagio.
da allora sentirmi a disagio è l'anticamera della paura e così appena lo avverto giro sui tacchi e se posso vado via oppure me lo metto in spalla e lo sopporto, perchè prima o poi il modo di scacciarlo lo trovo.
e così penso alla paura e alle tante cose che potrebbero farmene tanta, ma ogni volta che è successo che poi accadesse quanto avevo immaginato mi avrebbe atterrito, torna l'immagine di me alta un metro tra la neve e la paura diventa il disagio di un fastidio.
ci sono persone che soffrono di continui attacchi di panico, quella che io chiamo paura della paura, quella paura che mi fa più paura perchè mi taglierebbe le gambe oltre al fiato, ma per ora l'ho scampata.
e so anche cosa nasconde la non paura oltre alla paura con la P maiuscola, tante piccole paure che hanno così tanto a che fare con le emozioni e con l'essere umana, nel mio caso disumana.
ma che posso farci se quelle che ho avuto da 0 a 4 anni sono diventate altro e adesso fatico a riconoscerle e se le incontro per strada la cambio?


I corsivi sono di Vittorio Sereni.

2 commenti:

  1. credo che la paura sia un sentimento atavico, insito nell'animale che è in noi. naturalmente la cosa "giusta" è non starci a pensare, o si scatena quel meccanismo di paura della paura di cui tu parli.

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    1. che ci pensi o non ci pensi è come respirare, scatta automatica, poi ci sono la paranoia e le altre patologie, ma quello è un altro discorso:)

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