Il filosofo individua accanto a un "nichilismo attivo", segno di forza e crescita dello spirito, anche un "nichilismo passivo" determinato dall'attenuarsi dell'energia dello spirito e che comporta l'accettazione rassegnata della crisi dell'epoca.
Sotto questi riguardi, il nichilismo si rivela chiuso in un equivoco che lascia aperta la possibilità di essere "per l'una o per l'altra, ma anche per l'una e per l'altra"
Nietzsche, 1888
In effetti, mi viene da pensare, essendo che l’uomo ha imparato a leggere, a scrivere e “filosofeggiare” in tempi relativamente recenti, in pratica ogni dibattito è in corso e riaffiora di volta in volta dando agli autori “classici” benché, come in questo caso, “moderni”, una luce e una veste di attualità in cui ogni “pensata” si adatta e si presta all’interpretazione del momento storico e delle tendenze in atto, tanto che possa quasi sembrare che si sia ormai grattato il fondo del barile e che niente esista di inspiegato o inespresso.
(Restano sei mesi al 21 dicembre, poi ci saremo giocati anche l’ultima pagina da girare e voltare per scoprire chi sia l’assassino, ovvero trovare qualcosa di nuovo e inedito da pubblicare, oppure continuare a girare per le mani le stesse parole e gli stessi concetti ancora per qualche generazione).
TEOLOGIA DEL NICHILISMO
I VUOTI DELL’UOMO E LA FONDAZIONE METAFISICA DEI VALORI
Secondo F. Nietzsche, il nichilismo è lo «smarrimento dei valori tradizionali – Dio, Verità, Bene – e lo scivolamento verso il trivellante sentimento del proprio nulla». In un mondo frutto del caso, l’uomo si ritrova senz’anima, destinato al niente della morte e senza un fine soprannaturale. Contro questo modo di concepire l’esistenza, si espongono a livello multidisciplinare (teologia, filosofia, psicologia, morale) non solo le contraddizioni interne del nichilismo, ma anche quelle dei suoi precursori (agnosticismo, materialismo, ateismo, scientismo, laicismo). Particolare attenzione viene data alla fondazione religiosa della libertà, della morale e dell’amore (contro il relativismo) e alla critica delle concezioni di Dio come Nulla e Ineffabile (misticismo, teologia negativa). Guidano lo studio il realismo e il pensiero cristiano, due prospettive che offrono risposte per superare le precarietà della vita (divenire, vuoto, male, angoscia) e intravedere la presenza dell’Assoluto. In Appendice, le classiche «dimostrazioni dell’esistenza di Dio» esemplificano la perenne validità di una «metafisica dell’essere» profondamente anti-nichilista.
Giovanni Chimirri (Legnano 1959) ha studiato a Roma conseguendo tre lauree. Già consigliere nazionale dell’“Associazione docenti italiani di filosofia”, membro dell’“Associazione teologica italiana per lo studio della morale”, dirige la collana «Biblioteca di filosofia e scienze umane» (presso Bonomi) e collabora stabilmente con riviste specializzate. Curatore di antologie di classici (sull’idealismo, la storia dell’etica e il beato A. Rosmini), ricordiamo tra i suoi volumi:Psicologia del corpo (2004), Capire la religione (2005), Trattato filosofico sulla libertà (2007), Filosofia e teologia della storia (2008), L’arte spiegata a tutti (2009), Siamo tutti filosofi (2010
interessante.. ma dovessi proprio scegliere /perché questo è ciò che voglio libertà/ lo leggerei in autunno! :) ho fumetti in quantità ai piedi e a capo del letto! :*
RispondiEliminati capisco, mica l'ho letto:)
Eliminaho preso ispirazione dalla copertina:)
ahahahhahahhah... caspita! :) attendo il post. post.lettura! ;)
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