momentaneamente: due

domenica 7 ottobre 2012

due

pensavo che sarei arrivata giusta al 20 ottobre invece il contatore segna già 100.000 visite e allora anticipo.

avrei anche voluto far cifra tonda con i post, ma arrivare a 1.000 manca ancora un po'.

insomma vedrò di far meglio al terzo giro (sempre se i maya, ecc, ecc).

avevo pensato a un premio per la centomillesima visita, ma, dati i tempi niente torta, nè opere di bene, anche le candele sono una e l'altra è uno specchio, del resto oggi la sostanza è marginale, basta rifarsi il look e qualcuno disposto a credere che ci sia del nuovo sotto il sole si trova o si paga e a tutti gli altri che invece sono portatori sani del virus e vorrebbero qualcosa per sè, purchè onesto, niente, quindi per la festa solo due pezzi di pane e un balletto, olè!

13 commenti:

Mia Euridice7 ottobre 2012 alle ore 10:19
Conti le visite?
Io ho piazzato lì un "coso" che ho chiamato "passaggio pedonale" ma non lo guardo neppure.
Dovrò farci caso anche io. Prima o poi...
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teti9007 ottobre 2012 alle ore 10:49
eh ma dimmelo quando li trovi noiosi!
sono curiosa:))
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Pier7 ottobre 2012 alle ore 11:00
ah che bello questo nuovo blog ... lo trovo FORMIDABILE ... complimenti vivissimi e centomillenari
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Guchi chan7 ottobre 2012 alle ore 12:42
congratulazioni per le 100.000 visite! pensa che invece io, tanto per non smentirmi in quanto pasticciona, avevo calcolato male l'imminenza del millesimo post... ormai ci siamo, però.
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Anonimo7 ottobre 2012 alle ore 19:57
Io cambierei lo sfondo...metterei tanti cuoricini rossi e brillantinosi. I brillantini sono fashion! Che ne pensi?
ih ih ih!
Paola...meglio anonima...hai visto mai ti arrabbiassi!
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silenziosamente

La società contemporanea teme il silenzio, sente la necessità di coprirlo, annullarlo, negarlo creando città rumorose, luoghi di ritrovo frastornanti, momenti di solitudine anch’essi fitti di suoni (il cellulare che squilla, la musica dell’iPod nelle orecchie...).

Forse perché spesso silenzio diventa sinonimo di solitudine, isolamento, vertigine di vuoto. Eppure una lunga tradizione, che affonda le sue radici in un tempo lontano, dice che è ricchezza e non mancanza, pienezza anziché vuoto, gioia piuttosto che tristezza, nascita invece di morte.

Oppure accidia (ovvero: indolenza, inerzia, negligenza, tedio, ansietà del cuore) una forma di torpore o, secondo la traduzione della parola greca da cui origina, uno stato di noncuranza (a=non e kedos=cura), una mancanza di affezione, un senso opprimente di vacuità accompagnato da una strana noia irrequieta e insoddisfatta che prende di mira in particolar modo le persone solitarie e le assale specialmente nelle ore del mezzogiorno… continua a leggere

Henry Miller su Anais Nin

Sei così pronta, così intelligente.
Ma non mi fido della tua intelligenza.
Tu crei uno schema meraviglioso, tutto è al suo posto, e sembra chiaro in un modo assolutamente convincente, troppo chiaro.
E intanto, dove sei tu?
Non sulla chiara superficie delle tue idee, no, tu ti sei già tuffata più a fondo, in regioni più oscure, così uno pensa che tu gli abbia dato tutti i tuoi pensieri, ma lo immagina soltanto che tu ti sia svuotata in quella chiarezza.
Invece ci sono strati e strati - sei senza fondo, insondabile.
La tua chiarezza è ingannevole.
Sei la pensatrice che suscita in me più dubbi, più confusione, più turbamento.

epicuro

La carne non ammette limiti nel piacere, e il tempo che serve a procurarle tale piacere è anch'esso senza limiti. Ma il pensiero che ha appreso a ragionare intorno al fine e al limite di ciò ch'è pertinente alla carne, e che ha soppresso il timore dell'eternità, ci rende possibile una vita perfetta, per cui non sentiamo più l'esigenza di un tempo infinito: esso non rifugge dal piacere ne, quando le circostanze ci portano al momento di uscire dalla vita, può dire di andarsene avendo tralasciato qualcosa di ciò che rende questa ottima.