eppur m'allieta.
è lì che d'abitudine mi ritrovo di tanto in tanto, ma senza tristezza e neanche come minor male.
l'apprezzo, senza crogiolarmi, ne godo per quello che di benefico m'apporta.
isolamento silenzioso dal chiasso becero, specchiata in cieli più che oscuri e abissali.
girando lo sguardo a scartare i lumini che ammaliatori vorrebbero sedurmi al bagliore.
attenta solo ai prodromi di una fuliggine pesante che collassa ogni respiro vitale.
distante da tutto, nell'orizzonte senza sotto nè sopra nè ali al fianco o pugnali nel cuore.
asciutta, essenziale, immobile per un tempo senza secondi da scandire nè ora.
il silenzio e la solitudine a volte sono necessari, non si può sempre stare in mezzo al caos, per dipanare la matassa a volte ci vuole pace, tanta pace
RispondiEliminapiù di così c'è solo quella eterna
Eliminaahahahahahahaahah!!!! beh mica è da disdegnare sai... :)
Eliminacielo e nuvole da fine del mondo.
RispondiEliminaieri i morti oggi cupezza, c'è miglioramento.
Paris vaut bien une messe
Eliminahihi balorda
Eliminaanch'io... tra l'altro l'altro giorno alla radio (per caso ché non ho sentito e visto nulla di suo da quand'è morta) ascoltai un frammento di intervista alla Melato in cui sommessamente, con quella sua voce cupa, profonda, stupenda, bisbigliava che amava star sola. Lontana da tutti. Necessario. Vitale.
RispondiEliminaattualmente è una condizione che condivido, nel senso che la vivo a metà.
Eliminaogni qualche giorno sono costretta a lasciarla per occuparmi del buio di un'altra persona, una specie di riflessi e giochi di ombre nella cornice di scolorite parentesi d'attualità, politica e apocalissi mancate.