a cinque minuti di macchina da casa erano già urli e così fino alle porte della città quando l'auto ha accostato e le strade si sono divise.
l'uno farfugliava scuse, l'altra scuoteva la testa, muta.
il comico è che sono sostanzialmente d'accordo, almeno in linea generale, pressoché su tutto, ma in lei all'improvviso scatta la convinzione, inamovibile, che i contenuti siano unicamente un pretesto per ridurla nella classica posizione di chi abbozza.
e perché mai avrebbe dovuto?
per lei qualsiasi conclusione ha sempre almeno una opzione.
dato che ciascuno è ben libero di scegliere come preferisce, l'ultima parola tutto è tranne che definitiva.
per l'altro ciascuno è libero di scegliere come preferisce, ma se la conclusione è diversa dalla sua gli va sempre e comunque tolta l'ultima parola.
qualsiasi sia il contendere finiva così.
era già successo una volta a proposito della teoria di Darwin e si è ripetuto quel mattino parlando di qualità.
per lui è da ridere perché a nessuno frega niente e ormai ogni cosa è corrotta, malata, inquinata, quindi solo radendo al suolo tutto, spaccando le teste della gente o facendo la rivoluzione se ne può uscire, ma siccome son tutti dei cialtroni hanno quello che si meritano.
l'altra invece di abbozzare pratica il suo assoluto di qualità.
in buona sostanza osservo che la qualità intesa come dote, genuinità o valore aggiunto è un dato immateriale che da relativo è diventato carente.
ora resta da chiarire con se stessi se sia preferibile condividere la mediocrità, traendone possibilmente degli agi, oppure un'algida e scomoda solitudine in nome della pura e semplice ricerca della migliore qualità.
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