martedì 4 febbraio 2014

10 aprile

fine pena: mai.
(mica quella del reo in causa, la nostra).

effetto e causa o causa effetto, sta il fatto che se non sbaglio erano i primi d'agosto (2013) quando la Cassazione si è espressa e 'sto qui è ancora a mezzo.
che vada bene il 10 aprile diranno se dovrà scontare a casa o ai servizi sociali il suo annetto di pena.
allora, se ho capito giusto le cose stanno che nel frattempo si organizza e dal prossimo maggio a quello dell'anno successivo fa il martire così che nell'estate passa beatamente alla campagna elettorale che si concluderà con santificazione entro il 2015.

dunque per noi, intendendo il termine come riferito a un manipolo di persone, una cerchia molto ristretta, quell'elite di esseri umani che ancora respirano senza emettere miasmi o corbellerie... dicevo, per noi la pena è praticamente l'ergastolo.

a meno che sopraggiunga la morte di una delle parti, tutto protende verso l'ennesimo successo elettorale senza precedenti da parte del nano.
questo a prescindere dalla data delle prossime elezioni, ma al momento lui stesso pare propendere per un allungamento dei tempi.

certo, se alla sinistra montasse ulteriormente il panico di poter magari un domani vincere... potrebbe anche darsi che il paese venga dato in mano ai cavernicoli...

PS a onor del vero la questione dei tempi tra la condanna e l'esecuzione della pena varrebbero un capitolo a se stante, io che però sono ignorante in materia, mi sono fermata quasi subito, ma per chi fosse più tenace e intelligente l'approfondimento sugli iter è qui.

4 commenti:

  1. "La parola Io" di Giorgio Gaber

    La parola io
    è un'idea che si fa strada a poco a poco
    nel bambino suona dolce come un'eco
    è una spinta per tentare i primi passi
    verso un'intima certezza di se stessi.

    La parola io
    con il tempo assume
    un tono più preciso
    qualche volta rischia
    di esser fastidioso
    ma è anche il segno
    di una logica infantile
    è un peccato ricorrente ma veniale.

    Io, io, io
    ancora io.

    Ma il vizio dell'adolescente
    non si cancella con l'età
    e negli adulti stranamente
    diventa più allarmante e cresce.

    La parola io
    è uno strano grido
    che nasconde invano
    la paura di non essere nessuno
    è un bisogno esagerato
    e un po' morboso
    è l'immagine struggente del Narciso.

    Io, io, io
    e ancora io.

    Io che non sono nato
    per restare per sempre
    confuso nell'anonimato
    io mi faccio avanti
    non sopporto l'idea di sentirmi
    un numero fra tanti
    ogni giorno mi espando
    io posso essere il centro del mondo.

    Io sono sempre presente
    son disposto a qualsiasi bassezza
    per sentirmi importante
    devo fare presto
    esaltato da questa mania
    di affermarmi ad ogni costo
    mi inflaziono, mi svendo
    io voglio essere il centro del mondo.

    Io non rispetto nessuno
    se mi serve posso anche far finta
    di essere buono
    devo dominare
    sono un essere senza ideali
    assetato di potere
    sono io che comando
    io devo essere il centro del mondo.

    Io vanitoso, presuntuoso
    esibizionista, borioso, tronfi o
    io superbo, megalomane, sbruffone
    avido e invadente
    disgustoso, arrogante, prepotente
    io, soltanto io
    ovunque io.

    La parola io
    questo dolce monosillabo innocente
    è fatale che diventi dilagante
    nella logica del mondo occidentale
    forse è l'ultimo peccato originale.
    Io.

    ...mi sembrava appropriata. Poi adesso ha anche PierFerdi al suo fianco! :(

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  2. ora la cerco e me la sento...
    hai visto Grasso?
    bravo, eh?
    ci voleva:)

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  3. Ora leggo sopra. Oggi non ho visto Tg! -_-

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    1. per 'culo' avevo beccato la notizia in tempo reale:)
      fresca, fresca:)

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