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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

domenica 9 febbraio 2014

degenerazioni

cercando di capire quanto tempo è trascorso tra l'invenzione della plastica e il suo boom, mi sono imbattuta nella Moplen e saputo che all'epoca (1963) al chimico imperiese che la brevettò e al collega Ziegler su assegnato il Nobel: "professor Natta, lei è riuscito a preparare mediante un nuovo metodo macromolecole che hanno una struttura spaziale regolare. Le conseguenze scientifiche e tecniche della sua scoperta sono immense e ancora non possono essere valutate pienamente".
motivazione che letta con il senno di poi prende tutto un altro colore.
comunque, questa ricerca andata fallita, mi serviva a farmi un'idea del tempo necessario a far si che un prodotto con caratteristiche del tutto analoghe, ma bio degradabile, riuscisse a spodestare il primo.
il caso vuole che a distanza di sessant'anni, nella stessa zona, il modenese, un altro italiano, brevetti una plastica pulita.
tanto sarebbe bastato per soppiantare la commercializzazione e l'uso di quella tossica, invece a distanza di tre anni, la Bio_On sembra arrancare a fatica, ritagliandosi solo qualche piccola fetta nel già ristretto mercato del biologico.
a pochi chilometri, a Bologna, un team di ricercatori italiani dell'Alma Mater, da oltre un anno, è a capo di un pool di esperti di nove diversi stati europei, del progetto Bioclean finalizzato allo studio di batteri mangiaplastica.
e li ha pure trovati.
ora, lasciando stare il Nobel, che magari porta pure sfiga, il mio ragionamento è che parlarne costa niente, invece dirne appare ancora come un'utopia irraggiungibile o qualcosa che fa sorridere per la scarsa incidenza che può avere sullo stato di fatto.
in effetti per quanto ci si sbrighi è facile capire come sia già tardi.
lo documentano i libri sul tema delle isole di plastica che viaggiano per gli oceani.
ad esempio io mica lo sapevo che nel Mediterraneo le microparticelle di materiali plastici sono molto più concentrate di quanto sia rilevabile nelle suddette isole...
e siccome sarà impossibile fagocitarle a meno che i batteri si trasformino in dinosauri, creando un altro genere di problema, suppongo che prima o poi queste particelle depositandosi creino un manto impermeabile che finirà con il soffocare ogni forma di vita animale e vegetale...
nell'equilibrio naturale, ci sta che la natura stia tentando in tutti i modi di estinguere il genere umano.
ne va della sua sopravvivenza.
è nella natura delle sue leggi, estromettere ciò che le nuoce.
consola sapere che lei ce la farà a sopravviverci?
a giudicare dagli spettacoli che continuiamo a rappresentare, direi che sì. può consolarci.
senza l'uomo il pianeta può continuare a vivere e rigenerarsi e un giorno, chissà che un batterio intelligente dia vita a una razza umana dotata della sua stessa sapienza.

2 commenti:

  1. moplen.. da qualche parte ho un contenitore di moplen con tanto di etichetta
    a parte questo il batterio che mangia la plastica sarebbe un disastro, oensando a tutti gli usi che ne facciamo.

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    1. il grande errore è stato utilizzarla per l'usa e getta... invece che per la sua indistruttibilità...

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