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(...) vecchia (e stanca) bio contadina part time,
considero il blog una finestra come le altre che ho in casa e,
per chi guarda da fuori, una stanza al pari di un'altra.
bella o brutta che sia,
mi soddisfa e tanto mi basta.

lunedì 18 gennaio 2016

mesta_mente

ma nemmeno un po' (mesta).
depressa? anche meno, pessimista? chi io, che davanti a un problema mi scatta automatico il risolutore di grane?
un po' altera, parecchio cinica e troppo spesso facile all'incazzatura, lo ammetto, ma quel che scrivo di certo esula dalla mestizia.
è che mi chiedo che senso ha vivere senza vita quando penso ad altri trent'anni così, dato che sono dieci anni che ho esaurito tutti i possibili e praticabili compiti da svolgere per evitare lo stato vegetativo puro.
al paesello natio sono rimasti quattro novantenni che stanno gettando lo scompiglio nella vita dei successori più prossimi, che a  loro volta veleggiano oltre i sessant'anni.
nessuno di loro vuole ricorrere a una soluzione di convivenza che li metta al riparo da probabili incidenti domestici, millantando un'autonomia che però impedisce loro di muoversi anche solo per ritirare la posta in fondo alle scale.
dunque bisognerà proprio arrivarci ai 'novanta' per comprendere le dinamiche della psiche dell'anziano ancora lucido tanto da mandare alla neuro deliri il parentado.
vero è che farsi fuori (dignitosamente), sembra facile, ma indagando scopro che è molto complicato a meno di essere una star.
restano i modi tradizionali ognuno, a suo modo, traumatico, doloroso e insano, lo ammetto.
oppure meglio il ricovero della badante se si è ancora in grado di dialogare con profitto col prossimo, piuttosto di una casa che porta tutti i segni della decadenza del suo residente.
interruttori che per essere azionati in sicurezza occorrerebbero i guanti isolanti, rubinetti perennemente gocciolanti che quando li apri esce quel filo sottile a rigare il deposito giallognolo di decenni di erosione della porcellana ormai crepata e decrepita, quattro piatti sbeccati e due padelle che più piccole non si può per fare il brodo di dado e mezzo uovo al tegamino, il vassoio della frutta che sembra una natura morta, i grissini che sanno di latta e di polvere, le lenzuola tarlate che raspano come fossero di ferro e i materassi di lana duri come macigni.
i saloni addobbati come ai tempi delle feste della reggia di versailles dove nessuno mette piede (semmai un giorno qualcuno vi abbia avuto accesso), foto di defunti in ogni dove, il tappetino scendiletto creato apposta per scivolarci sopra appena posi il piede, le tende e le tendine appese come le vele stracciate di un galeone alla deriva dopo un naufragio, armadi pieni di polvere con qualche brandello di vecchi abiti in disuso da due generazioni e miriadi di suppellettili impastati con ricordi talmente vecchi da essere stati dimenticati.
'una volta i vecchi stavano a casa con figli e nipoti'. una volta. adesso, almeno nel caso specifico, bisognerebbe provare a farglielo accettare per capire quanto possano diventare ostili un vecchietto o una vecchietta e quanto siano in grado di intendere e, soprattutto, di volere.
a questo presente, già inutile di suo, si aggiunge così lo spettro di appartenere a una dinastia di longevi e immaginarmi uguale ad ora per altri trent'anni senza nemmeno il conforto dell'orto né il talento per romanzare un'esistenza fitta di sbagli, per la parte che mi ha visto attiva, e del rancore verso la mia miseria e quella del genere d'appartenenza per il restante periodo.

4 commenti:

  1. non so se si è capito dalla risposta al tuo commento, ma trovo che "appena oltre la follia" possa essere una risposta al tuo sguardo rassegnato sul futuro.
    salire al tetto, ululare al vento o altre simili, minime, follie, sono vie di fuga della fantasia dal quotidiano misero che ci aspetta. :)
    massimolegnani

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    1. credo che il mio punto di vista possa essere ben compreso e forse condiviso da chi ha saltato il fosso.
      ovvio che per chi è ancora in vita (me compresa) esiste qualche pretesto da accampare come alibi o per nobilitare una condizione di mera sopravvivenza che a mio parere non è proprio il massimo della vita.
      comunque c'è un seguito al post.
      (ps letto tutto, fortunatamente viola ha risposto sul tuo blog, perché io del suo messaggio non ho capito molto...)

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  2. anche qui blue monday??? rientri nelle statistiche :)

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    1. uffa, anche tu: NON SONO TRISTE!
      anzi.
      è proprio che a certe cose è meglio pensare quando si sta bene, programmare, pianificare, farsi domande e cercare risposte:D

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